baldo garda valdadige
Vieni a scoprire un territorio meraviglioso
Collina, montagna, lago, fiume, il territorio Baldo Garda Valdadige offre attività outdoor per tutti i gusti. Percorsi adatti a famiglie, ragazzi e sportivi. Torrentismo, trekking, passeggiate, vela, bici.
Pronto a goderti il divertimento?
Torrentismo
Aree Pic Nic
Ponte Tibetano
Trekking per bambini
Monumenti storici
Percorsi cicloturistici
percorsi sul territorio
Attività sportive
per tutti i gusti
Più di 50 percorsi trekking adatti a tutti, oltre 200 km di percorsi ciclabili, torrentismo, vela e parapendio.
In Baldo Garda Valdadige dà spazio ad ogni spirito sportivo!
- Tutte le attività
- Adatto anche a portatori di handicap3
- Adatto anche ai bambini
- Adatto anche alle bici
- Caprino Veronese16
- Ferrara di Monte Baldo
- Rivoli Veronese5
- 24
Il sentiero dei monaci
Da vedere
Un’associazione, quale la presente, che si fregia dell’espressione pro loco, già nell’intestazione dichiara in modo esplicito, senza riserve, di intendere operare esclusivamente a beneficio della locale comunità di Caprino Veronese: aliena da secondi fini, da interessi privati. Espressione comune di un associazionismo vitale che, nelle varie connotazioni, caratterizza le nostre generose popolazioni, si identifica, però, per l’attenzione, in particolare, riservata alla valorizzazione, alla promozione del territorio caprinese nei suoi aspetti paesaggistici, ambientali, storico-artistici. Così la Pro Loco si fa attiva protagonista di innumerevoli iniziative indirizzate alla conservazione e alla valorizzazione di un patrimonio che si vuole anche condividere e fra queste si pone il progetto “ I cammini della Corona”.CAMMINO DEI MONACI
Dall’Eremo di San Giorgio al Santuario della Madonna della Corona
Presentazione
Il progetto “I cammini della Corona” nasce dalla dichiarazione del Ministero dei Beni Culturali e Turismo che ha proclamato il 2019 come “Anno nazionale del turismo lento”. Il turismo lento è un turismo di nicchia che si propone quale alternativa al turismo “tutto e subito” o “mordi e fuggi” perché presuppone il camminare con ritmi che consentono di guardarsi intorno, concedendosi il tempo di osservare, di assaporare, di ammirare e di vivere l’esperienza di un luogo “ascoltandone” le storie. La ricchezza storica, culturale, religiosa ed anche enogastronomica del nostro territorio può in tal modo essere messa a disposizione di chi intende vivere un’esperienza “intima” (anche se non necessariamente solo) e crede che il camminare a “passo lento” sia una filosofia in cui le gambe sono sì il veicolo ma è la persona intera che entra in gioco; il cammino stesso ci procura un senso di libertà che è anche un guardare (non solo un vedere distrattamente e velocemente), uno scoprire un territorio, un rendersi conto di quello che è o è stato, un relazionarsi con le persone e le “cose” che si incontrano e si scoprono. Il progetto “I cammini della Corona” è impostato appunto sul paradigma del “camminare lento” ed è imperniato su due caposaldi del nostro territorio: l’Eremo camaldolese di Bardolino ed il Santuario della Madonna della Corona. Abbiamo pensato quindi a vari itinerari che, partendo da direzioni diverse (l’alto lago di Garda, il baso lago, le colline di Rivoli, Ferrara di monte Baldo), arrivino a questi due punti nevralgici del territorio con una serie di varianti che spesso, intersecandosi tra loro, permettono al viandante di scegliere il proprio “cammino”. Oltre agli splendidi paesaggi naturali, che lo accompagnano, il “camminatore” entra in relazione con un patrimonio storico, artistico, spirituale, dato dalle numerose chiesette medioevali, dai capitelli, dalle croci votive, ma anche dai palazzi, dalle ville, dai monumenti, dalle fontane e dai lavatoi: da tutto ciò che i nostri antenati hanno costruito e ci hanno lasciato in eredità perché, appunto, ne potessimo “godere” con coscienza e responsabilità. Nei più o meno lunghi percorsi, infine, non possono mancare dei momenti di sosta e luoghi, che abbiamo debitamente provveduto ad individuare e a segnalare, dove sostare e riposare; rifocillarsi, gustando i prodotti tipici, per “assaporare” il nostro splendido territorio, e, magari, trascorrere anche la notte. Walter Pericolosi Prefazione Quello cosiddetto religioso è a tutt’oggi il turismo più diffuso che muove su tutta la Terra masse di fedeli di ogni confessione. Si tratta di un fenomeno generale, trasversale che non riguarda soltanto l’universo cristiano, in particolare cattolico, e trova le sue motivazioni, ben oltre l’aspetto prettamente turistico del viaggiare, del visitare-conoscere, in una necessità, dall’uomo sempre avvertita, di un soccorso soprannaturale nei pericoli, nelle calamità che il semplice fatto di esistere comporta; di un conforto ai mali, alle sofferenze dell’anima e del corpo. Così fin dalle origini del Cristianesimo, magari anche sollecitato dalle narrazioni agiografiche, si assistette ad un flusso di devoti che si mettevano in viaggio per recarsi sui luoghi dove si conservavano le sacre reliquie o le spoglie tumulate dei santi. A Verona, per restare in un ambito a noi prossimo, fin dagli inizi del V secolo il vescovo Petronio scriveva di come al sepolcro di Zeno, il santo patrono della città, convenisse una folla di devoti, di afflitti nel corpo o nell’anima a implorarne l’ausilio e di come egli provvedesse prodigiosamente a guarire gli infermi, a mondare gli animi dal peccato, restituendo la gioia della purezza. Ovviamente fin d’allora non poteva essere ignorato, aspetto di certo profano ma di sostanza, l’opportunità di profitto che tali flussi di devoti comportava. Ricorderò, dicendo di una santa pure a noi vicina, l’Adelaide prigioniera sulla rocca di Garda, che, una volta accoltene le spoglie mortali, i monaci del monastero dei Santi Pietro e Paolo, a Seltz in Alsazia, provvidero prontamente a redigere un Liber miraculorom, dove si narrava dei miracoli dalla santa compiuti: un testo proprio ad uso dei pellegrini, ad incentivarne la devozione, le visite e… le donazioni. In tempi meno lontani è nota a tutti la diffusione del culto per la Vergine ed il proliferare di venerati santuari, quali, sempre in un ambito locale, quelli della Madonna della Corona a Spiazzi, della Madonna del Frassino a Peschiera, della Beata Vergine del Soccorso a Marciaga. In questi convenivano non solo singoli devoti, ma persino intere comunità, come si sa della gente di Bardolino che nel 1665 si era recata processionalmente al santuario della Corona ad invocare la pioggia. Ottenuta la grazia, un celebre quadro venne fatto dipingere per ex voto a tramandarne la memoria. E mantenere il voto era un adempimento così grave che nemmeno la morte poteva sciogliere. Così in testamenti del Quattro-Cinquecento non sono infrequenti disposizioni da parte dei testatori a che i propri eredi siano tenuti, personalmente o tramite dei sostituti, a soddisfare il voto di un pellegrinaggio al santuario della Madonna di Loreto, alla basilica di Sant’Antonio di Padova, ma pure alla chiesa della Madonna della Corona che in vita non avevano potuto mantenere. E oggi, nonostante il distacco dai valori dello spirito, ci tenta ancora il farci pellegrini e cercare consolazione ai nostri giorni, quando questi ci assalgono cupi e minacciosi. Giuliano SalaIl santuario della Madonna della Corona
La leggenda popolare In una notte di giugno del 1522 alcuni abitanti del Baldo notarono degli intensi bagliori luminosi provenire dalle rocce attorno alla Corona, un luogo inabitato, molto impervio e praticamente irraggiungibile. Questi, stupiti ed incuriositi da quella luce, si protesero, affacciandosi, sulle alture rocciose sottostanti, e udirono provenire dal basso una dolce melodia. Così, anche più meravigliati, avvertirono la necessità di accertarsi di quanto accadeva e di “svelare” quel mistero! Non c’erano allora sentieri percorribili, le pareti rocciose erano inaccessibili: l’unico modo per raggiungere il luogo, da dove provenivano la luce e la delicata melodia, era quello di farsi calare in basso attraverso corde annodate. Ed ecco, messo in atto lo stratagemma, la sorpresa: una statua della Madonna, con il Cristo morto sulle ginocchia, che emanava una “strana” luce. Dopo attimi di smarrimento, scioltisi nella preghiera, decisero di issare in alto la bella statua, perché tutti la potessero ammirare e la collocarono quindi in una piccola cappella alla quale accorsero subito numerosi fedeli. Ma l’indomani la statua era “sparita”: tutti la cercarono, ma nessuno riusciva a trovarla, finché decisero di calarsi ancora da quelle rocce e… la ritrovarono miracolosamente nel luogo del giorno precedente. La riportarono così nella cappellina e ancora, durante la notte, la statua “ritornò” tra le rocce. I devoti abitanti compresero allora che quella era la volontà della Madonna e quindi, proprio dove era apparsa, costruirono un’edicola in muratura ove riporre la statua. La voce naturalmente si diffuse e tra i vari pellegrini che vi accorsero ci furono anche alcuni cavalieri Gerosolimitani i quali riconobbero in essa la statua della Madonna scomparsa d’improvviso da Rodi nel 1522, quando l’isola era caduta in mano ai Turchi: gli angeli l’avrebbero trasportata tra le rupi del Baldo. Walter Pericolosi Cenni storico-artistici su edifici religiosi e luoghi di spiritualità lungo “Il cammino dei monaci”
Eremo di San Giorgio di Bardolino
La Congregazione camaldolese di Monte Corona, a seguito di donazioni, avviò sul monte San Giorgio di Bardolino la fondazione di un eremo che, ultimato nel 1665, venne nel 1672 eretto in priorato. Soppresso nel 1810 in causa delle disposizioni napoleoniche sugli ordini monastici, il complesso dell’eremo fu acquistato dal conte Danese Burri che fece abbattere le cellette di mezzo, mentre le laterali furono adibite ad abitazione dei contadini, impiegati nella lavorazione dei terreni messi a coltura. Nel 1885 la Congregazione lo riacquistò dagli eredi insieme a tutto il monte San Giorgio e vi inviò nuovamente dei monaci. Questi, tranne che per una breve parentesi fra gli anni 1962-1972, vi rimasero fino a quando nel 1993 a loro subentrarono i monaci camaldolesi di Toscana ai quali l’eremo era stato concesso in comodato dal vescovo di Verona. La chiesa monacale, costruita in stile moderatamente barocco sulle rovine di un antico oratorio, è a un’unica navata con sacrestia e tre cappelle laterali; pregevole il coro con 24 stalli in noce ad accogliere i frati nella recita dell’Ufficio Divino giornaliero. Fra i dipinti, che ornano gli altari, ricordiamo le pale con le raffigurazioni di San Giorgio e il drago, di autore ignoto e in passato erroneamente attribuita a Giovanni Tedeschi, di San Romualdo, opera di Palma il Giovane, e della Vergine fra sant’Anna e san Gioacchino di Francesco Paglia. Cimitero militare tedesco di Costermano Sul colle Le Guardie, in località Baesse di Costermano, si stende in uno scenario di verde punteggiato d’erica il Cimitero ossario realizzato fra gli anni 1956-1967. Qui furono raccolte le salme di oltre 22.000 soldati tedeschi, caduti negli ultimi anni della Seconda guerra mondiale, tratte da cimiteri militari e occasionali luoghi di sepoltura dell’Italia settentrionale. I filari ordinati delle lapidi ne segnano le sepolture in un monito contro la guerra e anelito di pace. Recentemente il comune di Costermano sul Garda ha avviato il progetto per la realizzazione di un parco contiguo, significativamente denominato Parco dell’amicizia dei popoli. Oratorio di San Rocco di Pesina L’oratorio di San Rocco, che si affaccia sul lato sud della strada che da Costermano porta a Pesina, è documentato almeno dal 1523 con funzione di accogliere alla celebrazione della messa la gente del posto, specie i contadini nel periodo estivo. Nel tempo ebbe diverse ristrutturazioni fino all’aspetto odierno con facciata in stile neoclassico, unica aula, dotata di due cappelle laterali, e abside quadrangolare, dove si conserva la seicentesca pala d’altare di Giovanni Ceschini con la raffigurazione del santo titolare; addossato alla controfacciata un elegante coro sopraelevato. Sull’esterno della parete est si eleva il campanile quadrangolare, sormontato da tamburo ottagonale e cuspide piramidale in laterizi, con sulla sommità una statuetta assai rovinata che avrebbe raffigurato san Rocco.- 879 metri
- 20,5 km
C1 – Pesina/Boi/Piozze/ Castello/ Pesina
Da vedere
Lavatoio pubblico di Pesina
Si prosegue fino all’antico insediamento di Salgar, formato da costruzioni ad arco risalenti al 1300 e poi in Via Salgar, verso via delle Loppie; a 100m sulla destra si trova il vecchio fontanile detto “fontanel” con annesso un abbeveratoio per animali:Fontanel
Si gira a sinistra, si costeggia la “valletta comunale”, fino ad incrociare la Strada comunale delle Loppie. Qui si gira a destra e dopo 300m si arriva all’antica Corte Malaspina, si gira a sinistra e si passa davanti alla chiesetta della Madonna della Mercede e si arriva alla fontana-lavatoio di Boi:Fontana-lavatoio di Boi
Si prosegue su via Porton, costeggiando un antico pozzo proprio di fronte il vecchio “Comun de Boi”. Si riattraversa la via principale Pesina-Caprino, fiancheggiando la carreggiata per circa 200 metri. A questo punto si sale, a sinistra, sulla strada delle “Fornase”, sulla destra si nota il lavatoio della contrada:Lavatoio della contrada
Risalendo si raggiunge l’abitato di Piozze, con la croce votiva in pietra eretta dalla famiglia Chignola nel 1839. Si tiene la sinistra e, ai margini della strada, si scorge la fontana-lavatoio di Piozze:Fontana-lavatoio di Piozze
Si prosegue verso ovest e, girando a destra, si arriva in località Casetta quindi, le località Le Tane e Moschetta. Da qui si scende verso l’unica strada che fiancheggia, a nord, il parco di Villa Negrelli e, giunti al bivio, si tiene la sinistra costeggiando la località Castel, antico castelliere preistorico; si arriva al cimitero che incorpora i resti della primitiva chiesa parrocchiale di Pesina presente dal 1460, dedicata a Santa Cecilia. Si scende lungo la strada fiancheggiata dai cipressi e si arriva al punto di partenza.- 365 metri
- 140 metri
- 5,8 km
C2 – Caprino/ Rubiana/ Gaon/ Caiar
Da vedere
Lavatoio di Rubiana di sotto
Si prosegue sino ad incontrare via San Lorenzo, si svolta a destra e poi, prima del bivio, sul sentiero a destra fino a ritrovare l’abitato. Una breve rampa, superata la strada, porta nella piazzetta su cui si affaccia la chiesa di S. Eurosia su cui è posta una lapide che ricorda i rastrellamenti nazifascisti del 28 gennaio 1945. Quindi si scende fino ad incontrare la stradina che da Rubiana porta a Gaon, che si raggiunge (prendendo a sinistra) in una decina di minuti circondati da viti ed alberi da frutto. Giunti a Gaon si prende a sinistra in leggera salita e si raggiunge in pochi metri il bel lavatoio vicino a casa Zeni, per poi, ritornando sui propri passi, in breve giungere alla fontana-lavatoio di Gaon:Lavatoio Gaon di Sopra
Fontana-lavatoio di Gaon di Sotto
Una breve deviazione ci porta nel centro della frazione alla chiesa di S. Rocco:Chiesa di S. Rocco
Si scende verso Casette ammirando sulla sinistra i resti di un mulino e più sotto un’altra piccola fontana; si prosegue in discesa passando vicino ad una casa che ospitò nel 1925 il grande fisico Enrico Fermi e si giunge in pochi minuti a Caiar. Qui si prende a sinistra, si ammirano una meridiana ed un affresco all’esterno di una casa, si oltrepassa un portico e si arriva alla bella fontana “rosa” del 1827; si ritorna (a destra) sulla strada principale ed in 5 minuti in discesa si raggiunge, vicino all’ex fabbrica Cometti, una bella fontana racchiusa all’interno di mura quadrate. Infine, seguendo le indicazioni, si arriva facilmente alla fontana Al Vignol per poi proseguire fino alla partenza a Villa Carlotti.- 392 metri
- 135 metri
- 6,3 km
C3 – Platano/ Pazzon/ Tasso/ Porcino/ Lubiara
Da vedere
Lavatoio di Villa Nichesola, Mulino di Val Secca, Lavatoio di Porcino e Lubiara, Valle del Tasso e «Gorgo» del Tasso. LE VIE DELL’ACQUA ripercorre antichi tracciati in cui troviamo fontane, lavatoi, molini che testimoniano l’ingegno dell’uomo e il suo modo di organizzare il territorio e le sue risorse. Partenza in località Platano dov’è possibile visitare Villa Nichesola (aperta in giorni feriali), e il lavatoio collocato nel giardino all’uscita del corso d’acqua del laghetto della villa.Lavatoio
Si sale alla frazione di S. Martino con l’omonima chiesa-oratorio del XIII secolo, casa dell’Abate e lavatoio. La strada prosegue verso nord con a sinistra lo stabile Bertoldi e figli, che un tempo era un mulino, e a destra un piccolo lavatoio. Si prosegue fino alla provinciale per Spiazzi e girando a destra si giunge ad uno dei mulini di Val Secca, con funzione di segheria per legname, con ruota e canaletta in pietra ripristinati e funzionanti:Mulini di Val Secca
Proseguendo verso Spiazzi si arriva a Villa Cariola, più avanti sulla sinistra si vede la sorgente Fontana e Capitello detta Mascheron. Si prosegue fino a Pazzon con la fontana, scavata in unico blocco di marmo rosso Verona. A destra della fontana si prende il sentiero per la Val del Tasso, dove si incontra un pregevole lavatoio, quindi si prosegue fino alla valle con il “Gorgo”, una cascata naturale del torrente:Val del Tasso
Si prosegue verso la località Porcino, famosa nel secolo scorso per la fabbrica dei “copi”, coppi di Porcino; ancora oggi sono visibili le fornaci. In questa contrada vi è la fontana-lavatoio in marmo rosso Verona:Fontana-lavatoio in marmo rosso Verona
Si sale alla frazione di Cimaino e da qui, con un bel panorama sulla vallata di Caprino e sul Monte Baldo, si arriva in località Ori di Sopra, si prende la strada per le cave di marmo e si sale per 200 mt, per poi scendere a destra verso Località Gamberon. Qui girando a sinistra si arriva a Lubiara, tenendo la strada per Caprino, si incontra prima la bella fontana, e più avanti il lavatoio: Arrivati a Villa Colpani-Becherle-Sandri, si gira a sinistra e si scende fino ad un piccolo capitello, proseguendo a destra si arriva ad un altro capitello. Ritornando sui passi fino al capitello, si può salire nella corte del complesso Sometti e visitare i lavatoi. Girando a destra si arriva alla Villa dei Camini (Montagna), al Platano dei 100 Bersaglieri e passando il ponte si ritorna al parcheggio davanti a Villa Nichesola.- 439 metri
- 157 metri
- 10,4 km
C4 – Caprino/ Gaon / Vilmezzano /Caiar
Da vedere
Lavatoio di Gaon di Sotto
Si gira a destra e ci si trova nella piazzetta con la chiesa di San Rocco, protettore contro la peste: statua di San Rocco all’ingresso, all’interno una volta a carena ed un presbiterio con marmi policroni e diverse statue di santi.Chiesa di San Rocco
Ritorniamo e prendiamo la stradina a sinistra della fontana e quindi subito a destra per raggiungere l’altra fontana-lavatoio di Gaon di Sopra: Salendo si arriva ad un capitello con la Madonna della Pietà: sopra il dipinto due angeli con corona e sotto un piedistallo con la croce dei Cavalieri di Malta:Croce dei Cavalieri di Malta
La stradina ci conduce, passate le “terre rosse”, sentiero pianeggiante nel bosco, alla piazzetta di Vilmezzano. Qui vi è la “Chiesa del Carmelo“: una costruzione del ’400 dedicata alla Beata Vergine del Carmine, all’interno un’unica navata con pavimento in cotto, tetto a capriata, una acquasantiera in marmo rosso di Verona; lungo le pareti decorazioni floreali con medaglioni, una piccola cappella interna ed alcune pale molto interessanti. L’itinerario prosegue a destra della chiesa lungo una stradina che poi diventa sentiero. Si giunge infine in località S. Michele e si sbocca sulla strada principale, la si percorre per pochi metri e fra le case si prende a destra un viottolo che in pochi minuti porta a Caiar, vicino ad una fontana nota sin dal 1827 chiamata ”fontana rosa” per il colore dei suoi marmi.Fontana rosa
Si prosegue a destra della fontana, tra le case un arco porta ad una piazzetta dove possiamo ammirare un affresco. Si scende sulla sinistra e si imbocca subito una scalinata a destra che in pochi minuti ci conduce all’inizio di via IV Novembre e quindi al nostro punto di partenza.- 437 metri
- 195 metri
- 6,6 km
C5 – Pesina/Pazzon
Da vedere
Oratorio di Santa Cristina
Oratorio di San Rocco di Pesina
Oratorio di Sant’Eurosia
La strada ritorna sulla strada principale e subito dopo a sinistra, si imbocca il percorso sterrato che porta in località Ca’ Forcon. Il percorso ad un certo punto diventa acciottolato perché si entra nel nucleo di GaonGaon: Oratorio di San Rocco e lavatoio
con il suo abitato storico e i lavatoi ma prima di inoltrarsi nel tessuto dell’abitato si deve svoltare a sinistra su una strada ripida che conduce attraversando la zona denominata Terre Rosse e si arriva in località Vilmezzano.Vilmezzano: Chiesa della Beata Vergine del Carmelo
La chiesa della Beata vergine del Carmelo conosciuta sin dal tardo ‘400, si prosegue alla sinistra della chiesa lungo la strada asfaltata fino all’incrocio con un capitello. Da qui tenendo la sinistra e poco dopo imboccando la strada a destra, si giunge nel nucleo di Braga con la chiesa dell’Immacolata, da cui si gode un bel panorama sull’anfiteatro Morenico e il lago di Garda.Braga: panorama e Chiesa dell’Immacolata
Si prosegue salendo per qualche centinaio di metri fino a quando sulla destra si trova un sentiero nel bosco. Da qua il percorso comincia a scendere, attraversando le località di Omaner e Coalini, si inoltra nuovamente nel bosco fino a sbucare sulla strada provinciale. Si tiene la sinistra e dopo qualche centinaio di metri, sulla destra si imbocca un altro sentiero che porta alle frazioni di Porcino.Panorama
e, più avanti Platano con l’albero che le da il nome. Proseguendo dopo qualche centinaio di metri si imbocca il sentiero sulla destra quindi quando si arriva all’abitato si svolta a sinistra. Dopo aver superato l’area dei campi sportivi si svolta a sinistra fino alla rotonda stradale che riporta il percorso al punto di partenza.- 778 m
- 478 m
- 28 km
C6 – Trambasore / Anfiteatro morenico
Da vedere
Chiesa del Santo Sepolcro e Compianto del Cristo Morto
Viste dalla Ciclabile e Parco giochi di Ceredello
Svoltando a sinistra su via Palazzo si passa davanti alla Casa dei Canonici dalla quale si è strappato un ciclo di affreschi, con una scena venatoria che costituisce una testimonianza molto importante, un unicum iconografico nel panorama pittorico veronese del tardo Medioevo anch’ esso esposto nel museo di Palazzo Carlotti. Si prosegue verso la chiesa di Santa Cristina, della quale la prima testimonianza ci riporta all’anno 1221, quando si parla di una chiesa a Ceredello dedicata a S. Cristina, presso la quale si teneva anche una fiera tradizionale.- 254 m
- 82 m
- 7,6 km
C7 – Forte S. Marco e Cave
Da vedere
Oratorio di San Martino
Oratorio di San Martino (Video)
Qui si trova l’omonimo Oratorio documentato almeno dagli inizi del secolo XIII quale cappella della pieve di Caprino, all’interno spiccano gli affreschi del primo ‘400 con le raffigurazioni di Cristo in mandorla e dell’annunciazione; sull’esterno altri affreschi del primo ‘300 riportano le immagini di San Cristoforo e di San Martino con il mendicante. Proseguendo si raggiunge la strada provinciale, qui si svolta a destra e poi alla prima a sinistra verso il nucleo di Porcino noto per la produzione dei coppi. All’incrocio si tiene la destra e quindi subito la sinistra, fino a raggiungere la strada asfaltata,Punto Panoramico
quindi si prosegue a sinistra fino ad arrivare in località Broieschi, il punto più alto del percorso. passando tra le cave dell’estrazione del marmo Rosso Verona. In questa zona la popolazione da secoli è dedita all’estrazione e alla lavorazione del marmo. Si prosegue in mezzo al bosco, si scende verso Gamberon e Lubiara.Fontana e lavatoio di Lubiara
Il percorso porta verso la località Ruina dalla quale si può ammirare la valle del fiume Adige. Seguendo la segnaletica si arriva sulla strada provinciale, a destra si arriva a Località Zuane e al semaforo si svolta a destra, da qui si imbocca il sentiero che porta fino a Ceredello dove si trova l’oratorio di Santa Cristina della quale la prima testimonianza ci riporta all’anno 1221, quando si parla di una chiesa a Ceredello dedicata a S. Cristina, presso la quale si teneva anche una fiera tradizionale. Più avanti in via Palazzo si passa davanti alla Casa dei Canonici dalla quale si è strappato un ciclo di affreschi con una scena venatoria che costituisce una testimonianza molto importante, un unicum iconografico nel panorama pittorico veronese del tardo Medioevo.- 591 m
- 406 m
- 20,8 km
C8 – Spiazzi/Villaggio/Croce
Da vedere
Chiesetta di S. Giovanni Battista
Poi si scende sulla strada provinciale verso sud, si tiene la destra per imboccare la strada Graziani si scende ancora cinquanta metri e quindi sulla destra troviamo una stradina asfaltata, via Tre Vie, che ci indica il percorso per il Villaggio, seguendo le indicazioni raggiungiamo le caratteristiche casette di legno da cui il nome Villaggio.Casette di legno
Il sentiero leggermente in salita, ci regala panorami sul Monte Baldo e la pianura Caprinese, proseguendo arriviamo alla contrada Croce che è considerata il nucleo storico più antico di Spiazzi.Pianura Caprinese
Contrada Croce
Nel primo medioevo c’è chi ritiene la Croce fosse un Monastero. Stà di fatto che le relazioni dei visitatori del Baldo tra il 500 e il 600, quando giungono a toccare questi luoghi, parlano del Santuario mariano della Corona e citano soltanto l’abitato dei Crosatti famiglia storica della zona come ostello. Verso la fine dell’ottocento il centro del paese era la Croce chiamata anche la piccola Parigi, poiché dotata di osteria (al Lampione) un alloggio, affittacamere, una scuola elementare privata e anche una stazione delle guardie di Finanza la cui caserma era posta nella corte. Vi abitavano circa cento persone, alcune officine con una ventina di lavoratori di oggetti religiosi in osso, la materia prima erano gli stinchi di bue lavorati con l’aiuto della lima e del tornio, attività artigianale che rimase attiva fino ai primi decenni del novecento. La corte era originariamente chiusa con quattro porte di protezione, “Porta Viveri”, Porta Lupi o Viandanti, Porta Latrine e Porta Morti dove si usciva per raggiungere il Cimitero di Ferrara.Porta Viveri
Dalla contrada Croce, scendendo dalla via principale si ritorna al punto di partenza.- 915 metri
- 86 metri
- 1,7 km
C9 – Spiazzi/Trincee del Monte Cimo
Da vedere
Trincee della prima guerra mondiale, depositi munizioni e casematte scavate nella roccia, viste sul Santuario della Madonna della Corona, Lago di Garda e Valdadige Un percorso che fin da subito mostra la valenza strategica del Cimo Grande: vista sul Lago di Garda, sul Monte Baldo e sulla Valdadige. Un punto di vista strategico. Il percorso attraversa i territori di Spiazzi/Trincee del Monte Cimo. Partendo dalla piazzetta Don Luigi Vezzola di Spiazzi, si prende la strada che costeggia a sinistra la chiesetta in direzione Maso, dopo circa duecento metri sulla sinistra inizia il sentiero delle trincee di Monte Cimo. Percorrendo il sentiero si arriva ad una grotta usata come deposito di munizioni e polveri da sparo:Deposito di munizioni
Proseguendo troviamo la prima piazzola dove sulla nostra sinistra nella valle notiamo incastonato nella roccia il Santuario Madonna della Corona:Madonna della Corona
Proseguendo sul sentiero si arriva ad una cava di marmo bianco, usato nei primi del novecento per costruire le abitazioni del luogo, da qui intravediamo la valle dell’Adige, i monti Lessini e sulla nostra sinistra la Valle dell’Orsa, via fluviale profondamente incisa, modellata dall’azione glaciale, sito geologico, forra, pozzi e marmitte glaciali.Valle dell’Orsa
Valle dell’Adige
In questa valle definita una dei siti più importanti in Europa, si pratica il torrentismo. Salendo da una piccola scalinata si entra esternamente nella trincea, di rilievo le pietre poste in maniera verticale per agevolarne la costruzione e la stabilità.Trincea
Il percorso scende leggermente entrando in cavità e piccole grotte usate come riparo dai soldati, di rilievo una casamatta usata come posto di guardia dove sopra si notano delle grosse ammoniti.Casamatta
Troviamo poi sul percorso, una piazzola esposta sulla valle dove si nota un osservatorio militare, dal terrazzamento in pietra si può scorgere in basso una falesia di roccia recentemente attrezzata da un noto alpinista locale. Arrivati al vigneto verso sud-est si intravede il Forte Cimo Grande, edificato tra il 1884 e il 1913 dagli italiani, disponeva di quattro cannoni da 149/35 in torre corazzata e un osservatorio a scomparsa, in realtà tutte queste opere non furono mai utilizzate durante il conflitto, ma rimasero comunque ben conservate fino all’inizio degli anni sessanta, per poi essere gradualmente abbandonate a se stesse e andando parzialmente in rovina. Riprendiamo il sentiero in direzione nord passando a lato dei vigneti, si svolta per tornare alla partenza.- 955 metri
- 73 metri
- 2,7 km
C10 – Spiazzi/Croce/ Santuario della Corona
Da vedere
Il Santuario della Madonna della Corona, il Villaggio con le caratteristiche abitazioni in legno, la contrada Croce nucleo originario di Spiazzi. Un percorso che va alla scoperta delle origini della devozione della Madonna della Corona. Vista sul Lago di Garda, sul Monte Baldo e sulla Valdadige. Un punto di vista unico. Il percorso attraversa i territori di Spiazzi/Croce/Santuario della Corona. Si parte dalla piazzetta Don Luigi Vezzola, attraversando il passaggio tra l’Albergo Corona e il ristorante di fianco, si raggiunge la Strada Graziani, scendendo a sinistra una decina di metri si trova a destra la stradina che passa in mezzo alle abitazioni e imbocca il sentiero che porta al Villaggio con le tipiche costruzioni di legno, giunti al bivio si tiene la destra dove il sentiero sale e porta alla contrada Croce, il nucleo storico più antico di Spiazzi.Costruzioni di legno
Contrada Croce
Nel primo medioevo c’è chi ritiene la Croce fosse un Monastero. Sta di fatto che le relazioni dei visitatori del Baldo tra il ‘500 e il ‘600, quando giungono a toccare questi luoghi, parlano del Santuario mariano della Corona e citano soltanto l’abitato dei Crosatti famiglia storica della zona come ostello. Verso la fine dell’ottocento il centro del paese era la Croce chiamata anche la piccola Parigi, poiché dotata di osteria (al Lampione) un alloggio, affittacamere, una scuola elementare privata e anche una stazione delle guardie di Finanza la cui caserma era posta nella corte. Vi abitavano circa cento persone, alcune officine con una ventina di lavoratori di oggetti religiosi in osso, la materia prima erano i stinchi di bue lavorati con l’aiuto della lima e del tornio, attività artigianale che rimase attiva fino ai primi decenni del novecento. La corte era originariamente chiusa con quattro porte di protezione, “Porta Viveri”, Porta Lupi o Viandanti, Porta Latrine e Porta Morti dove si usciva per raggiungere il Cimitero di Ferrara.Porta Viveri
Uscendo dalla Porta si prosegue sul sentiero con una staccionata, questa è un punto panoramico dove si può ammirare da sinistra verso destra i Monti Lessini, il Corno D’aquilio, Fosse, Erbezzo; al centro la valle Lagarina il Monte Cimo e l’abitato di Spiazzi, la pianura padana, il lago di Garda e il Monte Baldo.Punto panoramico
Al termine del sentiero teniamo la destra e attraversiamo il piazzale Giovanni Paolo II dove una strada o in alternativa gli scalini ci portano al Santuario della Madonna della Corona:Santuario della Madonna della Corona
Sospeso tra cielo e terra, dal Santuario di origine ‘500 si può avere una straordinaria vista sulla Valdadige. Ritornando sul sentiero, si tiene la sinistra per ritornare al punto di partenza nella piazzetta.- 924 metri
- 125 metri
- 3,5 km
C11 – Spiazzi/ Coalini/ Omaner
Da vedere
I boschi nella valle superiore del torrente Tasso, le località rurali di montagna: Coliel, Coalini, Omaner e Coltri. Un percorso tra le corti rurali di montagna, coltivazioni di ciliegi e vigne e il bosco nella valle superiore del Tasso. Vista sul Lago di Garda, sul Monte Baldo. Il percorso attraversa i territori di Spiazzi/Coalini/Omaner. Si parte dalla piazzetta Don Luigi Vezzola quindi, attraversato il passaggio tra l’Osteria all’Italia e il ristorante a destra, scendendo una scalinata si raggiunge la strada Graziani e, tenendo la sinistra, dopo una decina di metri , si trova a destra una stradina che passa in mezzo alle abitazioni che porta alla località detta Villaggio. Seguiamo l’indicazione a destra per località Coliel, arrivati sulla strada asfaltata a sinistra dopo una decina di metri si imbocca la prima stradina che scende ripida sulla destra e, proseguendo, ci si trova ad attraversare il torrente, quindi si arriva in località Coalini:Località Coalini
Questo è un complesso di case dotate di lavatoio, da cui si gode una vista sulla vallata.Lavatoio
Seguendo la strada si arriva ad un altro borgo chiamato Omaner caratterizzato per la coltivazione di ciliegie quindi, dopo l’abitato, teniamo la sinistra e scendiamo sulla strada che ci porta alla provinciale in prossimità del ponte Val della Scala, qui giriamo tutto a sinistra e proseguiamo nella valle del torrente con le sue cascatelle. Quindi si inizia una salita nel bosco che seguiamo fino al primo bivio dove si gira a destra e, proseguendo fino alla fine del sentiero si sbuca su un prato che, attraversato ci porta sulla stradina asfaltata.Prato
Qui attraversiamo il sentiero tra i vigneti fino alla strada asfaltata, si prosegue a sinistra per arrivare sotto l’abitato detto Coltri:Vigneti
Coltri
Proseguendo si passa davanti alla chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Antonio da Padova quindi, dopo il monumento ai caduti di tutte le guerre, a destra ritroviamo il percorso già affrontato in partenza.- 883 metri
- 308 metri
- 8,3 km
C12 – Spiazzi/Monte Croce/Stringari
Da vedere
Il borgo Monte Croce, i boschi di castagni e le località rurali di montagna: Coliel, Stringari e Coltri. Un percorso tra corti rurali di montagna, vigneti e boschi. Escursione sul monte Croce. Vista sul Lago di Garda e sul Monte Baldo. Il percorso attraversa i territori di Spiazzi/Monte Croce/Stringari. Si parte dalla piazzetta Don Luigi Vezzola, imboccando la strada che sale in località Croce, il nucleo storico più antico di Spiazzi.Spiazzi
Nel primo medioevo c’è chi ritiene località Croce fosse un Monastero, verso la fine dell’ottocento il centro del paese di Spiazzi coincideva con questa località detta la piccola Parigi, poiché dotata di osteria (al Lampione) un alloggio, affittacamere, una scuola elementare privata e anche una stazione delle guardie di Finanza la cui caserma era posta nella corte. Vi abitavano circa cento persone, alcune officine con una ventina di lavoratori di oggetti religiosi in osso. La corte era originariamente chiusa con quattro porte di protezione, “Porta Viveri” — Porta Lupi o Viandanti — Porta Latrine e Porta Morti dove si usciva per raggiungere il Cimitero di Ferrara. Si esce dal nucleo seguendo le indicazioni per l’hotel Stella Alpina, giunti in prossimità del termine del sentiero, teniamo la sinistra, saliamo verso la pineta sbucando su di un prato dove raggiungiamo il crinale del Monte Croce, da cui godere del panorama sul paese di Spiazzi e il Monte Baldo.Monte Croce
Seguendo il sentiero sul crinale si prosegue verso nord fino al termine del prato e tenendo la sinistra si ritorna verso la contrada Croce quindi, a destra sulla strada asfaltata, troviamo il percorso verso località Villaggio. Seguendo l’indicazione Coliel giunti sulla strada teniamo la sinistra e proseguendo fino al successivo bivio, teniamo a destra fino al bivio che indica a sinistra Stringari, scendiamo nel bosco seguendo la stradina e iniziamo la salita seguendo le indicazioni transitando al lato del vigneto fino a sbucare in prossimità della località Coltri e seguendo la strada asfaltata passeremo davanti alla Chiesa Parrocchiale di Sant’Antonio da Padova per poi raggiungere il punto di partenza di Spiazzi.Località Coltri
Chiesa Parrocchiale di Sant’Antonio da Padova
- 993 metri
- 295 metri
- 8 Km
C13 – Traversata del Baldo
Da vedere
Lavatoio Cometti
Arrivati all’abitato di Caiar, si svolta a destra e passando la fontana rosa, si prosegue sul sentiero che porta alla località San Michele. Si sale fino alla frazione di Vilmezzano dove si trova la chiesa della Beata vergine del Carmelo, si prosegue in località Renzon e si raggiunge la località di Braga dove si trova la chiesa dell’immacolata e dove si ammira uno spettacolare panorama. Si attraversa l’abitato e si prosegue per qualche chilometro fino a località Pradonego quindi, attraversata la faggeta.
Pradonego e la faggeta
Si raggiunge malga Ime. Superata la malga si sale fino a giungere alla piana di malga Valfredda.Malga Ime
Malga Valfredda Crocetta
Si prosegue in piano seguendo la strada principale si arriva alla malga Colonei di Caprino.Malga Colonei di Caprino
Si prosegue su una strada pastorale fino alla panoramica Malga Colonei di Pesina per raggiungere attraversato un bosco di faggi malga Zocchi.Malga Zocchi
Si prosegue sulla strada pastorale fino a località Due Pozze.Località due Pozze
Dal parcheggio di due Pozze si scende per qualche chilometro fino all’incrocio con la strada provinciale lungo la strada per Prada, si gira a sinistra fino ad arrivare all’abitato di Lumini.Lumini
Qui si tiene la sinistra verso Caprino V.se e, dopo qualche chilometro, in località Peagne si svolta a destra in via Peagne di Sotto. La strada diventa un sentiero e giunti sull’asfalto si tiene la destra verso l’abitato di Rubiana.Rubiana
Arrivati alla chiesa di sant’Eurosia, si tiene la sinistra e ancora a sinistra per arrivare sulla strada provinciale. Giunti all’incrocio si prosegue a sinistra, si passa davanti a palazzo Carlotti quindi, proseguendo, fino al punto di partenza.- 1.377 m
- 1.138 m
- 34,2 km
C14 – Caprino/Ceredello
Da vedere
Inizio della dorsale del Monte Baldo, Monte Belpo, Monte Bandiera, Monte Lenzino, Monte Luppia, piana di Caprino Veronese. Passeggiata pianeggiante tranquilla, adatta a portatori di Handicap. Si parte dal parcheggio del cimitero di Caprino Veronese, da qui si imbocca il percorso ciclabile che costeggia il lato sud del recinto del cimitero Il percorso costeggia la chiesa romanica del Santo Sepolcro del secolo XIII, che attraversò una serie di vicissitudini ma che ora è abbastanza ben conservata. Originariamente era ospitato il ciclo scultoreo del “Compianto sul Cristo morto” opera importante ora esposta nel museo di Palazzo Carlotti a Caprino.Vista dalla ciclabile di Ceredello
La pista ciclabile porta a Ceredello: una piccola borgata, un tempo autonoma e oggi frazione del Comune di Caprino Veronese. La sua presenza è attestata almeno dalla metà del secolo XII, quando sul finire del secolo iniziano ad essere anche documentate le considerevoli proprietà che in luogo aveva il Capitolo della cattedrale di Verona. Dal percorso si ha un’ampia visione della piana di Caprino Veronese che delimita a sud la dorsale del Monte Baldo, visibile a nord. Il Monte Belpo.Parco Giochi Ceredello
Il percorso arriva fino al parco giochi di Ceredello e da qui si torna indietro per raggiungere il punto di partenza.- 252 m
- 25 m
- 3,5 km
C15 – Ceredello/Bran
Da vedere
Parco giochi di Ceredello
Si percorre la ciclabile che attraversa il territorio agricolo della piana di Caprino, con coltivazioni di frutteti, viti e pascoli. Sulla destra, durante il corso del cammino, una vista suggestiva sul monte e sulla pianura mettono quiete e senso di pace, essendo immersi nella natura. Subito dopo, a rinforzare queste sensazioni, si trova un albero vicino ad un ruscello con tanto di sassi che sembrano fare da diga al ruscello stesso.Vista dalla ciclabile
Superati questi due punti ci si trova vicino alla zona industriale del Bran, dove ci si può riposare sedendosi su delle panchine in legno.Area picnic
A destra si scorgono i monti Bandiera, Lenzino e Luppia che si affacciano sul Lago di Garda. La piana offre un paesaggio agricolo dove prevale la coltivazione della vite, in particolare per la produzione del vino Bardolino. Al termine del sentiero si svolta a sinistra e si segue la strada principale che aggira Corte Bran. Edificata intorno al ‘400, rappresentata sugli arazzi visibili ai Musei Vaticani, Corte Bran costituiva anch’essa proprietà della Curia di Verona. Si tiene la sinistra e si imbocca la pista ciclabile che corre a fianco di un terreno boschivo, fino ad arrivare al Parco Giochi di Ceredello, e si ritorna al punto di partenza.Vista ciclabile
- 248 m
- 18 m
- 3 km
F1 – Ferrara di M.B. / Mezzavilla / Campedello
Una passeggiata alla scoperta delle piccole contrade, nell'intimità della vita di montagna, tra tradizione e natura. Paesaggi tra boschi e campagna montana.
Da vedere
Quartieri di Mezzavilla, Castello, Campedello, Chiesa di S. Caterina. Vedute del Monte Baldo e le valli circostanti.
Partenza da Piazza Generale A. Cantore a Ferrara di Monte Baldo e, percorrendo la strada provinciale a fianco dell'albergo del Baldo o lungo la lunga scalinata di 120 gradini, si sale alla chiesa parrocchiale di S. Caterina di Vilmezzano.
Chiesa parrocchiale di Santa Caterina di VM
Antico lavatoio di montagna
Capitello
Al centro del quartiere è stata realizzata negli anni '60 una fontana-lavatoio. Scendendo si incontra la strada Graziani, si attraversa e si costeggia la "Val dei Coali" dove, poco prima del paese, si trova la sorgente e il serbatoio dell'acquedotto comunale.Val dei Coali
Infine, attraversando il centro storico, si arriva al piazzale di partenza.- 1426 metri
- 241 metri
- 11,6 km
F2 – Novezzina/ Gambon/ Cerbiolo/ Novezza
Da vedere
A.Gelodi
Nelle immediate vicinanze c’è il “Rifugio”a quota 1235 mt. slm e che fino agli anni ‘60 era adibito a vivaio forestale ed ora è una struttura ricettiva con annesso l’orto botanico di circa 20.000 mq. in cui sono visibili alcune centinaia di fiori ed erbe del Monte Baldo, visitabile anche da persone con disabilità.Rifugio
Si prosegue sul sentiero verso le malghe Gambon, Prazzagano e Cerbiolo fino ad arrivare al Passo Cerbiolo in confine con il Trentino come delimitato dai cippi di confine del 1754.Cippi di cofine
Girando a sinistra si prosegue sul sentiero delle malghe passando nella zona del “Corondoler” e si arriva a Passo Campione dove in una vasca viene raccolta l’acqua di alcune sorgenti e pompata al serbatoio sul Cavallo di Novezza a quota 1450 mt. che si raggiunge salendo dal Passo Campione. Sul Cavallo di Novezza sono ancora visibili le trincee della 1^ guerra mondiale e scendendo per il pascolo si passa vicino allo Chalet Novezza, la chiesetta di S. Michele fino a giungere al lungo muro di sassi che delimita il confine fra le malghe Novezza e Novezzina.Chiesetta di S. Michele
Malghe Novezza
Poco sotto si nota la partenza della teleferica a servizio del Rifugio Telegrafo sul Monte Baldo quindi passando davanti al Rifugio “Cedron” si torna al punto di partenza.- 1426 metri
- 241 metri
- 11,6 km
F3 – Ferrara di Monte Baldo / Spiazzi
Da vedere
Partiamo da Piazza General Cantore, sulla sinistra troviamo la strada che costeggia il lavatoio dopo circa trecento metri, in prossimità di un tornante, dobbiamo prendere il sentiero CAI 674 che ci condurrà a Malga Orsa. Dopo la Malga il sentiero ad un certo punto si biforca e qui bisognerà tenere la destra. Il sentiero poi, dopo aver attraversato il ponte tibetano, costeggerà il torrente per qualche centinaio di metri e, ad un certo punto, si collegherà al sentiero della Speranza proveniente da Brentino.
Ponte tibetano
Qui dovrete tenere la destra, in direzione del Santuario della Madonna della Corona.
Santuario della Madonna della Corona
Sospeso tra cielo e terra, dal santuario cinquecentesco si gode uno straordinario panorama sulla Valdadige. Tornando sul sentiero si tiene la sinistra per la piazzetta degli Spiazzi. Poi, prendendo la strada che sale a Croce, tenendo la sinistra, prendiamo la carrabile che sale a Monte Croce. Alla fine della strada teniamo la destra passando per un sentiero che, circondato da felci giganti, ci conduce al prato. Seguendo la traccia sulla destra si incontra il sentiero che costeggia il bosco fino a raggiungere una zona erbosa.
Croce di pietra
Centro storico di Ferrara di Monte Baldo
Superato il centro storico, attraversando la strada verso il parcheggio e dirigendosi verso sud, si ritorna in Piazza General Cantore.
- 1614 metri
- 279 metri
- 7,4 km
F4 – Novezza/Trincee
Da vedere
Cucina
Trincee
Lassù si trovano i cippi di confine fra il Veneto e il Trentino fatti con i blocchi di marmo rosso con inciso il numero del cippo e l’anno 1754 e si notano ancora trincee, da cui si vede nella valle sottostante il “Pian della Cenere” e la “Madonna della neve”, si ritorna indietro seguendo il crinale e si rientra nella parte alta della pineta.Pian della Cenere
Il percorso prosegue seguendo lo spartiacque fino a “Cima Paloni” osservando verso valle tutta la serie di trincee, posti per armi pesanti e camminamenti scavati nella roccia. Scendendo dalla cima per il pascolo si arriva fino a trovare la stradina forestale che arriva alla strada Graziani e girando a destra si ritorna alla partenza.- 1614 metri
- 279 metri
- 7,4 km
R1 – Rivoli/ Montalto /Gaium
Chiesa di San Giovanni Battista
Nel 1539 è Parrocchia autonoma e l’attuale chiesa parrocchiale fu edificata nel 1766. Ci dirigiamo verso sud sulla via lastricata che funge anche da pista ciclabile e dopo poche centinaia di metri arrivati all’inizio di via Vigo terremo la sinistra per imboccare via Molonara che poi abbandoneremo dopo pochi metri per proseguire sulla ciclabile che attraverserà Corte Rizzoni, per poi arrivare al bivio con via strada della Rocca , qui si girerà a sinistra e sempre sulla ciclabile si raggiungerà la discesa con tornanti che ci porterà ad attraversare il canale Biffis.Canale Biffis
Qui lasceremo la ciclabile e girando a sinistra arriveremo nei pressi di una croce conosciuta anche come croce del gallo, in verità croce in pietra tra le più interessanti, realizzata da Antonio Tinelli famoso lapicida di Lubiara (1737-1827).Croce del gallo
Lasciato alle nostre spalle la croce si proseguirà verso nord, costeggiando il fiume Adige, su via della croce per raggiungere dopo qualche manciata di minuti la chiesetta di San Michele Arcangelo in Gaium.Chiesetta di San Michele Arcangelo in Gaium
Fu edificata nel XII sec. su preesistenze di epoca longobarda, come lascia pensare anche il toponimo della località che deriverebbe dal termine longobardo “gahagium” che significa bosco. In verità la chiesetta testimonia più fasi architettoniche e, nel corso della seconda guerra mondiale, fu bombardata e parzialmente distrutta. Tra il 1950 e il 1951 l’edificio fu ristrutturato ad opera della Soprintendenza di Verona. Per il ritorno non faremo altro che ripercorrere la stessa strada al contrario e arrivati alla croce svoltare a destra per imboccare la pista ciclabile. Da qui il percorso risale tra le pareti rocciose, i boschetti e le colture fino ad arrivare in via Polveriera a Rivoli V.se, svoltati a destra si giungerà al punto di partenza.- 269 metri
- 175 metri
- 11,6 km
R2 – Rivoli/Parco Eolico
Da vedere
Parco Eolico, orchidee montane, Anfiteatro Morenico, Valdadige e Chiusa. Percorso del Parco Eolico del Monte Mesa. Partiamo da piazza Busolli afianco della chiesa di San Giovanni Battista e ci dirigiamo in direzione sud, dopo qualche decina di metri ci troveremo in via Vigo, quindi imbocchiamo la seconda strada a sinistra, via Molonara la seguiamo per poi abbandonarla dopo pochi metri per seguire la pista ciclabile che ci porterà ad attraversare Corte Rizzoni, una delle diverse corti storiche di Rivoli.Chiesa di San Giovanni Battista
Poi al bivio tenere la sinistra sempre sulla ciclabile per una cinquantina di metri, quindi si svolta a destra e si imbocca via Montindon che conduce direttamente sul percorso verso il Parco Eolico.Parco Eolico
“L’impianto composto da 4 aerogeneratori da 2 MW ciascuno per complessivi 8 MW di potenza, è stato realizzato sul Monte Mesa che ha la grande particolarità di ospitare ancora prati aridi ricchi di orchidee selvatiche.Orchidee selvatiche
Particolare cura è stata posta alle orchidee: non solo sono state mappate le diverse specie, ma anche tutti i singoli esemplari che sarebbero potuti essere distrutti dal cantiere, con la precisione sufficiente per estrarre il bulbo dal terreno durante l’inverno e trapiantarli fuori dalla zona di cantiere prima dell’inizio di quest’ultimo. Tecnici specializzati hanno poi raccolto le sementi delle specie di orchidee protette, che sono poi state riprodotte a centinaia nel laboratorio del “Parco Barro”, che ne ha poi curato il successivo trapianto insito nei prati aridi precedentemente disboscati e puliti. Altra particolarità è stato il setaccio e il vaglio del terreno scavato in cantiere per realizzare piste e piazzole, sia la parte vegetale che inerte, che ha consentito dopo il montaggio degli aerogeneratori, di ricostruire non solo la morfologia del Monte Mesa ma anche la sua pedologia (Fonte Legambiente). Giunti sotto la prima pala si può ammirare un panorama unico nel suo genere: se guardiamo verso nord /ovest si può ammirare per intero l’Anfiteatro Morenico, la Valdadige fino ad arrivare con lo sguardo ad est e vedere la Rocca di Rivoli e la Chiusa.Panorama
Proseguiamo verso le altre pale arrivati sotto l’ultima si scende fino ad incrociare la pista ciclabile che ci riporterà verso il centro di Rivoli. Una volta arrivati presso il bivio con via Corte Rizzoni teniamo la sinistra, attraversiamo la strada e imbocchiamo via Brol fino alla rotonda da qui a destra per via Campo sportivo e in pochi metri arriviamo al punto di partenza.- 290 metri
- 123 metri
- 4,6 km
R3 – Rivoli/Vie d’acqua
Da vedere
Piazza Busolli
Dopo pochi passi la strada diventa acciottolata e, fatta una piccola curva, si può vedere subito la prima fontana del percorso che si trova proprio sotto il palazzo comunale. Si prosegue sulla stradina in discesa per poche centinaia di metri giungendo ad un bivio si volgerà a destra su via Battello proprio attraversando il piccolo incrocio si intravede il secondo lavatoio. Si scende sulla strada è in pochi minuti ci si trova in aperta campagna e alla nostra sinistra si comincia a vedere il forte Wolghemuth, dal 2007 forte Rivoli perchè di proprietà comunale, l’abitato imponente che si vede proprio sotto e la caserma Massena ora in parte sede degli alpini.Forte Rivoli
Proseguendo lungo la strada si arriva in un luogo molto suggestivo dove il fiume Adige prima di entrare nella cosiddetta chiusa si contorce con un paio di curve tagliate nella roccia, ora ci troviamo proprio sotto la famosa Rocca di Rivoli uno dei primi insediamenti umani del territorio. Ritorniamo sulla strada percorsa all’andata fino al secondo lavatoio qui non svolteremo più a sinistra ma proseguiremo in salita leggera su via Battello poco dopo ci troviamo all’incrocio con via Traversa Castello seguiamo via Traversa Battello e ci troveremo davanti all’ingresso della strada che sale verso il forte Rivoli. Si precisa che durante il periodo invernale il forte rimane chiuso per poi riaprire nel periodo primaverile e proseguire fino all’autunno inoltrato ma, anche se fosse chiuso, la salita di circa un chilometro di sterrato merita la vista. Scendiamo e percorriamo ancora via Traversa Battello quindi, ci troveremo sulla strada principale dalla quale raggiungeremo il punto di partenza.- 170 metri
- 99 metri
- 4,5 km
R4 – Rivoli/Anfiteatro Morenico
Chiesa di San Giovanni Battista
Cancellata
Dopo qualche centinaio di metri si attraversa la strada provinciale e si imbocca località Terramatta, appena dopo l’attraversamento si nota sulla destra il capitello di San Isidoro agricolo patrono insieme a San Giovanni Battista ma molto venerato a Rivoli tanto che fino a pochi anni fa veniva portato in processione per le vie delle frazioni del paese.Capitello di San Isidoro agricolo
Proseguiamo sulla ciclabile fino al bivio che porta ad Affi si gira a destra dove sul vecchio muro in sasso si trova l’antico capitello di San Isidoro.Capitello di San Isidoro
Proseguendo si giunge in Loc. Colletto, si attraversa al semaforo la strada principale e si arriva dopo poche centinaia di metri in Loc. Bezzo. Qui tenendo sempre la sinistra si arriverà a Montalto Vicentino, quindi si dovrà svoltare a sinistra su via Cristane e per un breve tratto proseguire sulla strada principale. In prossimità della seconda curva si prosegue dritto su via Casetta Cimi a ridosso dell’Anfiteatro Morenico, si attraversa il bosco sempre sulla strada sterrata e si giunge, passati i vigneti, in Loc. Zovo. Quindi si comincia la discesa fino ad incrociare via Zuane, si svolta a sinistra e si attraversa la frazione di Zuane di sopra. Passato un maneggio si svolta a sinistra e si segue la strada fino a raggiungere Località Martinelli e poi arrivati alla strada principale, si svolta a sinistra, si attraversa la rotonda e si prosegue fino in Loc. Villa dove svolteremo a destra in prossimità di un capitello della Madonna di Monte Corona e proseguendo su via Muretti, una volta arrivati sulla strada asfaltata, si gira a sinistra fino alla rotonda, poi imboccata Via Campo sportivo, dopo pochi metri svoltate a destra e siete arrivati al punto di partenza.- 273 metri
- 75 metri
- 11,5 km
R5 – Rivoli/Disabili
Da vedere
Corte Rizzoni, Corte Bramante, Forte di Rivoli «Wolghemuth», Valdadige. Percorso adatto a portatori di handicap alla scoperta delle corti storiche. Dopo aver parcheggiato ci si dirige a sud per via Vigo; subito si svolta a sinistra per via Molonara. Qui, dopo pochi metri, a destra sulla pista ciclabile ci si dirige verso corte Rizzoni, una della tante corti che costituiscono il nucleo storico di Rivoli. Proseguendo lungo via Corte Rizzoni e giunti sulla strada principale la si attraversa per imboccare via Brol, quindi si prosegue e circa cento metri prima della rotonda, lasciando via Brol e girando a destra per pochi metri, si può visitare corte Bramante del XVI secolo. Si ritorna su via Brol, arrivati alla rotonda la si attraversa e proseguendo su via Venerque, costeggiando la moderna scuola per l’infanzia, si giunge all’altra rotonda. Quindi, tenendo la destra, ci porterà nel centro paese e l’allarme chiesa.Scuola per l’infanzia
Chiesa
- 195 metri
- 12 metri
- 1,6 km
Il PONTE TIBETANO
Sicuro, divertente
avventuroso
prossimi eventi
vivi baldo garda valdadige
🍷✨ Si è appena conclusa con successo la seconda edizione del corso di degustazione vini abbinati ai cibi! Siamo entusiasti di aver ricevuto così tanti complimenti e di aver coinvolto così tante persone in un'esperienza di socialità e passione condivisa. La serata si è conclusa con una deliziosa cena in compagnia e una visita emozionante in cantina. Un enorme ringraziamento va ai volontari della Pro loco di Caprino per l'impegno e la dedizione nell'organizzazione di questo evento. Non vediamo l'ora di riunirci tutti per la prossima edizione! 🍇🥂 #degustazionevini #passioneperilvino #socialità #prolococaprinovr #volontariato ... See MoreSee Less
RASSEGNA DEL BALDO: Una domenica da incorniciare! ☀️"- Ho trascorso una giornata all'insegna del benessere e della cultura. Una lunga passeggiata sotto il sole primaverile ha preparato il terreno per un momento speciale: l'inaugurazione della mostra 'Folate di Nostalgia', accompagnata dalle illuminanti spiegazioni del critico d'arte. Un'esperienza che ha stimolato mente e anima, resa ancora più piacevole dal delizioso buffet che ha chiuso in bellezza questa giornata memorabile. Che domenica indimenticabile!-" 🖼️🍽️ #prolococaprinovr #camminate #Arte #Cultura #Primavera #montebaldo ... See MoreSee Less
🎪 **Mercatino Vintage Obistica e Antiquariato di Caprino: Sabato 30 Marzo, Vi Aspettiamo!** 🎪
Amanti del vintage, della storia e delle curiosità antiche, segnatevi questa data: sabato 30 marzo, il tradizionale Mercatino Vintage Obistica e Antiquariato di Caprino vi aspetta!
🕰️ **Un Tuffo nel Passato**: Per un giorno, immergetevi nell'atmosfera incantata di epoche passate, passeggiando tra le bancarelle ricche di oggetti d'epoca, mobili antichi, abiti vintage e tanto altro ancora.
🎨 **Tesori da Scoprire**: Dal più piccolo gioiello al pezzo unico, qui troverete vere e proprie gemme del passato pronte ad essere riscoperte e portate a nuova vita nelle vostre case.
🍴 **Gastronomia Locale**: E perché non concedersi una pausa gustosa? Le prelibatezze della gastronomia locale saranno a vostra disposizione nelle varie trattorie e ristoranti in zona per deliziare il vostro palato.
Non perdete l'occasione di trascorrere una giornata all'insegna della nostalgia e della bellezza dei tempi passati. Vi aspettiamo numerosi al Mercatino Vintage Obistica e Antiquariato di Caprino, un evento da non perdere per tutti gli amanti del vintage e della storia! 🎩📜
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Vi invitiamo a queste due bellissime camminate ..... Per info prolococaprinovr@gmail.com
www.visitbaldogardavaldadige.it
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La bellezza vi aspetta #aduepassidacasa sul #montebaldo ... See MoreSee Less
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Ewwiwwa la MOTAGNA, EWWIWWA FERRARA
Bellezza unica !!!!
I veneti fanno quasi sempre bella figura. Il longobardo
trovai fra le rocce del baldo,chè ricco di aromi assai rari,un fior si gentile e......
⛰️🌲 Progetti per l’estate? Noi sì!
𝗣𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗕𝗮𝗹𝗱𝗢𝘂𝘁𝗱𝗼𝗼𝗿 𝗰𝗲𝗿𝗰𝗮 𝟮 𝗼𝗽𝗲𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗼 𝗶𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗻𝗲𝗶 𝘄𝗲𝗲𝗸𝗲𝗻𝗱 𝗲𝘀𝘁𝗶𝘃𝗶
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