The path of the monks
From the Hermitage of San Giorgio to the Sanctuary of the Madonna della Corona
To be seen
An association, such as the present one, which boasts the expression pro loco, already in the header explicitly declares, without reservations, that it intends to operate exclusively for the benefit of the local community of Caprino Veronese: alien to ulterior motives, private interests. pro loco, già nell’intestazione dichiara in modo esplicito, senza riserve, di intendere operare esclusivamente a beneficio della locale comunità di Caprino Veronese: aliena da secondi fini, da interessi privati. Espressione comune di un associazionismo vitale che, nelle varie connotazioni, caratterizza le nostre generose popolazioni, si identifica, però, per l’attenzione, in particolare, riservata alla valorizzazione, alla promozione del territorio caprinese nei suoi aspetti paesaggistici, ambientali, storico-artistici. Così la Pro Loco si fa attiva protagonista di innumerevoli iniziative indirizzate alla conservazione e alla valorizzazione di un patrimonio che si vuole anche condividere e fra queste si pone il progetto “ I cammini della Corona”.WAY OF THE MONKS
From the Hermitage of San Giorgio to the Sanctuary of the Madonna della Corona
Presentation
Il progetto “I cammini della Corona” nasce dalla dichiarazione del Ministero dei Beni Culturali e Turismo che ha proclamato il 2019 come “Anno nazionale del turismo lento”. Il turismo lento è un turismo di nicchia che si propone quale alternativa al turismo “tutto e subito” o “mordi e fuggi” perché presuppone il camminare con ritmi che consentono di guardarsi intorno, concedendosi il tempo di osservare, di assaporare, di ammirare e di vivere l’esperienza di un luogo “ascoltandone” le storie. La ricchezza storica, culturale, religiosa ed anche enogastronomica del nostro territorio può in tal modo essere messa a disposizione di chi intende vivere un’esperienza “intima” (anche se non necessariamente solo) e crede che il camminare a “passo lento” sia una filosofia in cui le gambe sono sì il veicolo ma è la persona intera che entra in gioco; il cammino stesso ci procura un senso di libertà che è anche un guardare (non solo un vedere distrattamente e velocemente), uno scoprire un territorio, un rendersi conto di quello che è o è stato, un relazionarsi con le persone e le “cose” che si incontrano e si scoprono. Il progetto “I cammini della Corona” è impostato appunto sul paradigma del “camminare lento” ed è imperniato su due caposaldi del nostro territorio: l’Eremo camaldolese di Bardolino ed il Sanctuary of the Madonna della Corona. Abbiamo pensato quindi a vari itinerari che, partendo da direzioni diverse (l’alto lago di Garda, il baso lago, le colline di Rivoli, Ferrara di monte Baldo), arrivino a questi due punti nevralgici del territorio con una serie di varianti che spesso, intersecandosi tra loro, permettono al viandante di scegliere il proprio “cammino”. Oltre agli splendidi paesaggi naturali, che lo accompagnano, il “camminatore” entra in relazione con un patrimonio storico, artistico, spirituale, dato dalle numerose chiesette medioevali, dai capitelli, dalle croci votive, ma anche dai palazzi, dalle ville, dai monumenti, dalle fontane e dai lavatoi: da tutto ciò che i nostri antenati hanno costruito e ci hanno lasciato in eredità perché, appunto, ne potessimo “godere” con coscienza e responsabilità. Nei più o meno lunghi percorsi, infine, non possono mancare dei momenti di sosta e luoghi, che abbiamo debitamente provveduto ad individuare e a segnalare, dove sostare e riposare; rifocillarsi, gustando i prodotti tipici, per “assaporare” il nostro splendido territorio, e, magari, trascorrere anche la notte. Walter Pericolosi Preface Quello cosiddetto religioso è a tutt’oggi il turismo più diffuso che muove su tutta la Terra masse di fedeli di ogni confessione. Si tratta di un fenomeno generale, trasversale che non riguarda soltanto l’universo cristiano, in particolare cattolico, e trova le sue motivazioni, ben oltre l’aspetto prettamente turistico del viaggiare, del visitare-conoscere, in una necessità, dall’uomo sempre avvertita, di un soccorso soprannaturale nei pericoli, nelle calamità che il semplice fatto di esistere comporta; di un conforto ai mali, alle sofferenze dell’anima e del corpo. Così fin dalle origini del Cristianesimo, magari anche sollecitato dalle narrazioni agiografiche, si assistette ad un flusso di devoti che si mettevano in viaggio per recarsi sui luoghi dove si conservavano le sacre reliquie o le spoglie tumulate dei santi. A Verona, per restare in un ambito a noi prossimo, fin dagli inizi del V secolo il vescovo Petronio scriveva di come al sepolcro di Zeno, il santo patrono della città, convenisse una folla di devoti, di afflitti nel corpo o nell’anima a implorarne l’ausilio e di come egli provvedesse prodigiosamente a guarire gli infermi, a mondare gli animi dal peccato, restituendo la gioia della purezza. Ovviamente fin d’allora non poteva essere ignorato, aspetto di certo profano ma di sostanza, l’opportunità di profitto che tali flussi di devoti comportava. Ricorderò, dicendo di una santa pure a noi vicina, l’Adelaide prigioniera sulla rocca di Garda, che, una volta accoltene le spoglie mortali, i monaci del monastero dei Santi Pietro e Paolo, a Seltz in Alsazia, provvidero prontamente a redigere un Liber miraculorom, dove si narrava dei miracoli dalla santa compiuti: un testo proprio ad uso dei pellegrini, ad incentivarne la devozione, le visite e… le donazioni. In tempi meno lontani è nota a tutti la diffusione del culto per la Vergine ed il proliferare di venerati santuari, quali, sempre in un ambito locale, quelli della Madonna della Corona a Spiazzi, della Madonna del Frassino a Peschiera, della Beata Vergine del Soccorso a Marciaga. In questi convenivano non solo singoli devoti, ma persino intere comunità, come si sa della gente di Bardolino che nel 1665 si era recata processionalmente al santuario della Corona ad invocare la pioggia. Ottenuta la grazia, un celebre quadro venne fatto dipingere per ex voto a tramandarne la memoria. E mantenere il voto era un adempimento così grave che nemmeno la morte poteva sciogliere. Così in testamenti del Quattro-Cinquecento non sono infrequenti disposizioni da parte dei testatori a che i propri eredi siano tenuti, personalmente o tramite dei sostituti, a soddisfare il voto di un pellegrinaggio al santuario della Madonna di Loreto, alla basilica di Sant’Antonio di Padova, ma pure alla chiesa della Madonna della Corona che in vita non avevano potuto mantenere. E oggi, nonostante il distacco dai valori dello spirito, ci tenta ancora il farci pellegrini e cercare consolazione ai nostri giorni, quando questi ci assalgono cupi e minacciosi. Giuliano SalaThe sanctuary of the Madonna della Corona
The popular legend In una notte di giugno del 1522 alcuni abitanti del Baldo notarono degli intensi bagliori luminosi provenire dalle rocce attorno alla Corona, un luogo inabitato, molto impervio e praticamente irraggiungibile. Questi, stupiti ed incuriositi da quella luce, si protesero, affacciandosi, sulle alture rocciose sottostanti, e udirono provenire dal basso una dolce melodia. Così, anche più meravigliati, avvertirono la necessità di accertarsi di quanto accadeva e di “svelare” quel mistero! Non c’erano allora sentieri percorribili, le pareti rocciose erano inaccessibili: l’unico modo per raggiungere il luogo, da dove provenivano la luce e la delicata melodia, era quello di farsi calare in basso attraverso corde annodate. Ed ecco, messo in atto lo stratagemma, la sorpresa: una statua della Madonna, con il Cristo morto sulle ginocchia, che emanava una “strana” luce. Dopo attimi di smarrimento, scioltisi nella preghiera, decisero di issare in alto la bella statua, perché tutti la potessero ammirare e la collocarono quindi in una piccola cappella alla quale accorsero subito numerosi fedeli. Ma l’indomani la statua era “sparita”: tutti la cercarono, ma nessuno riusciva a trovarla, finché decisero di calarsi ancora da quelle rocce e… la ritrovarono miracolosamente nel luogo del giorno precedente. La riportarono così nella cappellina e ancora, durante la notte, la statua “ritornò” tra le rocce. I devoti abitanti compresero allora che quella era la volontà della Madonna e quindi, proprio dove era apparsa, costruirono un’edicola in muratura ove riporre la statua. La voce naturalmente si diffuse e tra i vari pellegrini che vi accorsero ci furono anche alcuni cavalieri Gerosolimitani i quali riconobbero in essa la statua della Madonna scomparsa d’improvviso da Rodi nel 1522, quando l’isola era caduta in mano ai Turchi: gli angeli l’avrebbero trasportata tra le rupi del Baldo. Walter Pericolosi Historical-artistic notes on religious buildings and places of spirituality along "The path of the monks"
Hermitage of San Giorgio di Bardolino
La Congregazione camaldolese di Monte Corona, a seguito di donazioni, avviò sul monte San Giorgio di Bardolino la fondazione di un eremo che, ultimato nel 1665, venne nel 1672 eretto in priorato. Soppresso nel 1810 in causa delle disposizioni napoleoniche sugli ordini monastici, il complesso dell’eremo fu acquistato dal conte Danese Burri che fece abbattere le cellette di mezzo, mentre le laterali furono adibite ad abitazione dei contadini, impiegati nella lavorazione dei terreni messi a coltura. Nel 1885 la Congregazione lo riacquistò dagli eredi insieme a tutto il monte San Giorgio e vi inviò nuovamente dei monaci. Questi, tranne che per una breve parentesi fra gli anni 1962-1972, vi rimasero fino a quando nel 1993 a loro subentrarono i monaci camaldolesi di Toscana ai quali l’eremo era stato concesso in comodato dal vescovo di Verona. La chiesa monacale, costruita in stile moderatamente barocco sulle rovine di un antico oratorio, è a un’unica navata con sacrestia e tre cappelle laterali; pregevole il coro con 24 stalli in noce ad accogliere i frati nella recita dell’Ufficio Divino giornaliero. Fra i dipinti, che ornano gli altari, ricordiamo le pale con le raffigurazioni di San Giorgio e il drago, di autore ignoto e in passato erroneamente attribuita a Giovanni Tedeschi, di San Romualdo, opera di Palma il Giovane, e della Vergine fra sant’Anna e san Gioacchino di Francesco Paglia. Costermano German military cemetery Sul colle Le Guardie, in località Baesse di Costermano, si stende in uno scenario di verde punteggiato d’erica il Cimitero ossario realizzato fra gli anni 1956-1967. Qui furono raccolte le salme di oltre 22.000 soldati tedeschi, caduti negli ultimi anni della Seconda guerra mondiale, tratte da cimiteri militari e occasionali luoghi di sepoltura dell’Italia settentrionale. I filari ordinati delle lapidi ne segnano le sepolture in un monito contro la guerra e anelito di pace. Recentemente il comune di Costermano sul Garda ha avviato il progetto per la realizzazione di un parco contiguo, significativamente denominato Parco dell’amicizia dei popoli. Oratory of San Rocco di Pesina L’oratorio di San Rocco, che si affaccia sul lato sud della strada che da Costermano porta a Pesina, è documentato almeno dal 1523 con funzione di accogliere alla celebrazione della messa la gente del posto, specie i contadini nel periodo estivo. Nel tempo ebbe diverse ristrutturazioni fino all’aspetto odierno con facciata in stile neoclassico, unica aula, dotata di due cappelle laterali, e abside quadrangolare, dove si conserva la seicentesca pala d’altare di Giovanni Ceschini con la raffigurazione del santo titolare; addossato alla controfacciata un elegante coro sopraelevato. Sull’esterno della parete est si eleva il campanile quadrangolare, sormontato da tamburo ottagonale e cuspide piramidale in laterizi, con sulla sommità una statuetta assai rovinata che avrebbe raffigurato san Rocco. [video width="500" height="500" mp4="https://www.visitbaldogardavaldadige.it/wp-content/uploads/2020/03/ORATORIO-SAN-ROCCO-DI-PESINA.mp4"][/video] Oratory of Sant'Antonio abbot of Boi The oratory of Sant'Antonio, now deconsecrated and used for profane uses, is documented in a will of 1441 in which a certain Fazio of the late Gisalberto da Pesina left four ducats for the purchase of a missal to be used in the church. The locality in which it is located also takes its name from the presence of this, mentioned in the papers at least since 1476. In the 16th century it was known to belong to the priory of Sant'Antonio della Ghiara in Verona and therefore to the Bishop's Seminary, after it had been granted the commendation of the ancient priory. Oratory and pertinent land thus remained the property of the seminary until in 1867, as a result of the so-called subversive laws of the ecclesiastical axis, they were confiscated by the Royal Property. Therefore, through public auction, they were put up for sale and purchased by private individuals; today it belongs to the Gentili family who use it for the winery. Oratory of Santa Maria della Mercede di Boi The oratory of Santa Maria della Mercede, formerly dedicated to San Giovanni, is documented by the pastoral visits of the 16th century, but the presence in the past inside of the famous polyptych attributed to the painter Altichiero, now in the Museum of Castelvecchio, suggests existence since at least the late fourteenth century. The current building in neo-Gothic style is the result of a radical restructuring carried out around the mid-nineteenth century by the Cattarinetti family, when the oratory also began to be known with the title of Santa Maria della Mercede, granted to it in honor of the Virgin by the community of Boi for having been preserved from the cholera contagion in 1836. Oratory of Santa Eurosia of Rubiana The oratory of Sant'Eurosia, protector from storms and also from droughts, was built in the years 1737-1742 on the initiative of the heads of families from the local districts of Balconi, Dosso de' Tononi and Guìn. In 1806, due to the Napoleonic decrees on the suppression of public oratories, the church was closed and confiscated by the Royal State Property Office, but was immediately reopened for worship by the locals. The neoclassical style building with an elegant gabled façade has a single hall, ending in the pentagonal apse, where an eighteenth-century canvas is preserved, depicting. Il martirio di sant’Eurosia. Palazzo Carlotti and the sculptural group of "The Lamentation" Odierna sede municipale del comune di Caprino Veronese, il palazzo venne edificato su un edificio rurale quattrocentesco dalla nobile famiglia dei Vimercati che, procedendo, poi, ad un ampliamento dell’edificio, ne rimosse ogni segno di un passato connesso con l’attività agricola, in funzione di una magnificazione del decoro aristocratico. Nel 1601 il palazzo venne acquistato dal canonico Marcello Carlotti che ne lasciò immutata l’architettura, occupandosi soltanto del decoro pittorico. Solo nei primi anni del ‘700 vennero apportate le modifiche che ne determinarono l’aspetto odierno con l’aggiunta del frontone, della balaustra ai lati e dell’ala sinistra per ragioni di simmetria. L’intento autocelebrativo dei proprietari, che alla magnificenza del palazzo affidano l’espressione del loro prestigio, predomina ormai e il blasone di famiglia, che spicca nel timpano del frontone a sormontare il corpo centrale, ne è chiaro segno. Più tardi, ma sempre nel ‘700, verrà costruito il porticato che si apre ad occidente sulla corte. All’interno, oltre alle splendide sale, fra le quali emerge l’incantevole “Sala dei Sogni”, interamente affrescata da Paolo Ligozzi e bottega nel primo ‘600 con “grottesche” e motivi d’ispirazione biblica, classica, ma anche contemporanea, è possibile ammirare in tutta la sua bellezza il gruppo scultoreo di metà ’300, ivi collocato, dall’originaria sede presso la chiesa del Santo Sepolcro, dopo le operazioni di restauro da parte dell’opificio delle Pietre dure di Firenze. Il gruppo, attribuito allo scultore Rigino di Enrico, noto come Il compianto, rappresenta più propriamente la deposizione di Gesù nel sepolcro ad opera di Giuseppe d’Arimatea e di Nicodemo assistiti dalle pie donne e dall’apostolo Giovanni. Diversamente da altre opere del tempo di simile soggetto, il gruppo denota nei lineamenti di Gesù defunto e di vari personaggi un dolore, un’angoscia inconsolabili; la maschera orribile della morte, non più cristianamente accettata con pacata rassegnazione come l’inizio di una nuova vita, sic moriar ut vivam, ma sofferta ora quale straziante distacco: una visione che pur nella religiosità del tema assume i toni di un sentire ormai laico che precorre i tempi. Oratory of San Martino in the Caprinese district of San Martino L’oratorio di San Martino presso l’omonima contrada è documentato almeno dagli inizi del secolo XIII quale cappella della pieve di Caprino, come si evincerà dalle visite pastorali del ‘500; a partire, poi, dal 1568 andò soggetto alla neo costituitasi parrocchia di Pazzon. La chiesa, con annesso in passato anche un piccolo cimitero, servì per secoli, nonostante i giuspatronati dei nobili Brenzoni e Montagna sui rispettivi altari, alla popolazione della contrada che vi conveniva ad assistere alla Messa finché in tempi moderni decadde a semplice oratorio e oggigiorno vi si celebra solo occasionalmente. L’edificio, pur privato della facciata con l’addossarvisi nel ‘500 della casa, all’epoca, costruita ad uso del cappellano, mostra nella navata e nell’abside semicircolare chiari segni dell’originaria costruzione romanica; successivamente, sul finire del ‘400 venne aggiunta sul lato di settentrione la cappella a contenere l’altare eretto dal nobile Antonio Montagna; quindi nel secolo successivo vi si appoggiò sul lato di meridione un portico, sorretto da tre pilastri, dal quale si ebbe accesso alla chiesa tramite due ingressi. Nel ‘700 fu eretto il campanile. All’interno spiccano sul catino e l’arcata absidali gli affreschi del primo ‘400 con le raffigurazioni di Cristo in mandorla e de L’annunciazione; sull’esterno altri affreschi del primo ‘300 riportano le immagini di San Cristoforo e di San Martino e il mendicante. Quindi un ulteriore dipinto votivo, eseguito questo nel 1512 su committenza della famiglia Montagna, raffigura La Madonna in trono col Bambino fra i santi Sebastiano e Rocco, invocati a protezione dall’imperversare della peste. Di pregio si conservano all’interno la pala d’altare, di fine secolo XV, della cappella Montagna con I santi Francesco, Antonio di Padova e Agapito e il paliotto dell’altare maggiore, fatto eseguire da Alessandro Brenzoni nel 1513, con I santi Caterina d’Alessandria, Martino e Lucia. Oratory of San Martino (Video) Oratorio di San Rocco di Gaon Following the plague epidemic of 1511, the inhabitants of the district matured the intention of erecting an oratory in honor of San Rocco, protector from the disease. However, the vow went into oblivion and only the raging plague again in the summer of 1630 induced them to carry it out. In use by the Gaon community at least since 1634, it had two successive extensions over time, at the end of the 17th century and in the first decade of the last century, which resulted in an elongation towards the east; the elegant gabled façade in classic style remains from the original building. In a niche, carved into the tympanum of the pediment, there is a seventeenth-century stone statuette, depicting the titular saint. Oratory of the Blessed Virgin of Carmel in Vilmezzano Fin dal tardo ‘400 si sa dell’esistenza di un oratorio dedicato a san Bernardino da Siena; quindi nel secolo successivo il titolo fu mutato in onore della Madonna del Carmelo la cui statua veniva portata processionalmente fino al santuario della Beata Vergine del Soccorso a Marciaga. Nel 1703 la chiesa fu devastata dalle soldataglie franco-spagnole nel corso della guerra di successione di Spagna, ma fu prontamente ristrutturata e, in particolare, dotata di un nuovo altare in stile barocco, dove ora sta la pala con Madonna con Bambino fra angeli e i santi Sebastiano, Antonio di Padova, Bernardino e Rocco, Sebastiano e Antonio di Padova, opera del 1723 di autore ignoto. Alienato al Regio Demanio in seguito alle soppressioni napoleoniche, l’oratorio venne poi restituito al culto. Decorata nel 1914 dagli affreschi in stile liberty del pittore gardesano Antonio Pimazzoni, la chiesa conserva le belle linee della ristrutturazione settecentesca con facciata timpanata, unica aula, cappella laterale e abside poligonale. La vecchia sacrestia addossata sul lato sud funge oggi da cappella invernale. Oratory of the Immaculate Conception of Braga The oratory of the Immaculate Conception, perched on a rocky outcrop near the district of Braga, was built in neo-Gothic style in 1938 to meet the spiritual needs of the locals, disadvantaged by the distance from the parish church of Pazzon. Struck by lightning in 1975, the church was promptly restored and reopened for worship in August 1976. Sanctuary of the Madonna della Corona Già nel tardo secolo XII degli eremiti avrebbero fondato alla Corona di Monte Baldo una prima chiesetta, documentata almeno dal 1203 come dipendente dal monastero veronese di San Zeno, sulla quale si sarebbe sviluppato il santuario mariano. Dal 1437 i possedimenti in area montebaldina del monastero di San Zeno risultano acquisiti dai Cavalieri di Rodi, in seguito di Malta, per cui se ne desume che anche la chiesa della Corona passasse alle dipendenze dell’ordine. La dipendenza perdurerà quindi ininterrottamente sino alla fine del Settecento e in tale tempo si avranno le varie ristrutturazioni della chiesa, le fabbriche degli edifici annessi, i lavori a facilitare l’accesso e un impulso al culto per la sacra immagine della Madonna della Pietà, presso il santuario presente almeno dal terzo decennio del ‘500. Arresasi Malta alla flotta francese nel corso delle guerre napoleoniche, il santuario fu acquisito nel 1806 dall’episcopio veronese e con decreto del 12 giugno 1812 il vescovo Innocenzo Liruti lo assegnò alla parrocchia di Ferrara di Montebaldo. Questa ne mantenne la giurisdizione fino al 1905 quando il cardinale Bartolomeo Bacilieri lo separò dalla parrocchia e gli concesse un rettore autonomo. Nel 1966, infine, il vescovo mons. Giuseppe Carraro affidò la gestione del santuario al Seminario vescovile di Verona che da allora ha cura di inviarvi i rettori e di provvederne al governo. Nel 1982 la chiesa fu dichiarata basilica da papa Giovanni Paolo II che ebbe poi a visitarla il 17 aprile del 1988. Giuliano Sala- 879 meters
- 20,5 km
C1 – Pesina/Boi/Piozze/Castello/Pesina
WATER WAYS. The paths on the “waterways” retrace ancient paths where we find fountains, wash houses, mills that testify to the ingenuity of man and his way of organizing the territory and its resources. The route crosses the territories of Pesina/Boi/Piozze/Castello/Pesina.
To be seen
Pesina public wash house, old fountain called “Fontanel”, Boi wash house, “Fornase” and Piozze wash house.
The paths on the “waterways” retrace ancient paths where we find fountains, wash houses, mills that testify to the ingenuity of man and his way of organizing the territory and its resources. The route crosses the territories of Pesina/Boi/Piozze/Castello/Pesina. troviamo fontane, lavatoi, molini che testimoniano l’ingegno dell’uomo e il suo modo di organizzare il territorio e le sue risorse. Il percorso attraversa i territori di Pesina/Boi/Piozze/Castello/Pesina.
Start from the parking in front of the school of Pesina, dedicated to the scientist Francesco Fontana, born in Pesina in 1794, who discovered salicin’s properties, an essence contained in willow trees, from which the modern aspirin derived. You’ll walk in front of the Pesina’s church dedicated to San Gallo, built in 1750. Keep walking in Via Salgar up to first public Pesina’s washhouse. lavatoio pubblico di Pesina:
Public Pesina’s washhouse
Proceed to ancient Salgar hamlet, composed with buildings dated back to 1300, probably the oldest in the nearby. Now go to Via Salgare and then to Via Loppie; 100 mt on your right, you will find a waterhole called “Fontanel”.fontanelProcediamo verso l'antico borgo Salgar, composto da edifici risalenti al 1300, probabilmente i più antichi dei dintorni. Andate ora in Via Salgare e poi in Via Loppie; Dopo 100 mt sulla vostra destra troverete una pozza d'acqua chiamata “Fontanel”.fontanel” con annesso un abbeveratoio per animali:Fontanel
Now turn left following the path flanking communal valley until crossing Via Loppie again. Turn right and after 300 metres you will be in Malaspina’s Court; turn left and you reach the Madonna della Mercede’s church; nearby there is Boi washhouse-fountain. fontana-lavatoio di Boi:Boi washhouse-fountain
Si prosegue su via Porton, costeggiando un antico pozzo proprio di fronte il vecchio “Comun de Boi”. Si riattraversa la via principale Pesina-Caprino, fiancheggiando la carreggiata per circa 200 metri. A questo punto si sale, a sinistra, sulla strada delle “Fornase”, sulla destra si nota il lavatoio della contrada:Contrada’s washhouse
Walk up and you will reach contrada Piozze, and an ancient cross, commissioned by Chignola’s family in 1839. Leaving Piozze there is the hamlet’s fountain-washhouse. fontana-lavatoio di Piozze:Piozze fountain-washhouse
Continue west and, turning right, you arrive at Casetta and then the localities of Le Tane and Moschetta. From here you go down towards the only road that flanks, to the north, the park of Villa Negrelli and, once you reach the crossroads, keep left, skirting the locality of Castel, an ancient prehistoric castle; you arrive at the cemetery which incorporates the remains of the primitive parish church of Pesina present since 1460, dedicated to Santa Cecilia. You go down the road lined with cypress trees and arrive at the starting point.- 365 metri
- 140 metri
- 5,8 km
C2 – Caprino/Rubiana/Gaon/Caiar
C2-THE WAYS OF WATER. The paths on the “waterways” retrace ancient paths where we find fountains. washhouses, mills that testify to the ingenuity of man and his ways of organizing the territory and its resources. The route crosses the territories of Caprino/Rubiana/Gaon/Caiar.
To be seen
Rubiana washhouse below, Sant’Eurosia, Gaon washhouse above and Gaon below, San Rocco, Fontana ai Molini.
The paths on the “waterways” retrace ancient paths where we find fountains. washhouses, mills that testify to the ingenuity of man and his ways of organizing the territory and its resources. The route crosses the territories of Caprino/Rubiana/Gaon/Caiar.
Il percorso inizia da Villa Carlotti, splendido esempio di villa signorile del ‘600 ricca di affreschi; da qui, percorrendo via Pertini (sotto l’arco a sinistra), si raggiunge il piccolo monumento agli emigranti e si segue la “vecchia” strada per Rubiana. Si entra in corte d’Iseppi dove si può ammirare un’edicola con l’immagine della Madonna e, sulla facciata di una casa, un affresco raffigurante “la Fortuna nel mondo”; da lì si arriva facilmente al bel lavatoio di Rubiana di sotto:
Rubiana di Sotto washhouse
Si prosegue sino ad incontrare via San Lorenzo, si svolta a destra e poi, prima del bivio, sul sentiero a destra fino a ritrovare l’abitato. Una breve rampa, superata la strada, porta nella piazzetta su cui si affaccia la chiesa di S. Eurosia su cui è posta una lapide che ricorda i rastrellamenti nazifascisti del 28 gennaio 1945. Quindi si scende fino ad incontrare la stradina che da Rubiana porta a Gaon, che si raggiunge (prendendo a sinistra) in una decina di minuti circondati da viti ed alberi da frutto. Giunti a Gaon si prende a sinistra in leggera salita e si raggiunge in pochi metri il bel lavatoio vicino a casa Zeni, per poi, ritornando sui propri passi, in breve giungere alla fontana-lavatoio di Gaon:Gaon di Sopra washhouse
Fountain-washhouse of Gaon di Sotto
Una breve deviazione ci porta nel centro della frazione alla chiesa di S. Rocco:Church of S. Rocco
deserve to be visited. Downhill until Casette, go on and on the right side you can admire another fountain, the remains of a mill, the house where Enrico Fermi (Physicist, Rome Sept. 29th 1901, Chicago Nov. 28th 1954) stayed in 1925. In a few minutes you are in Caiar, where you can admire a sundial, a fresco and a Pink Fountain (1827). bella fontana racchiusa all’interno di mura quadrate. Continue walking and you will arrive at Cometti which used to be a marble factory then, after about 500 metres turn right and you will arive at the starting point. Villa Carlotti.- 392 metri
- 135 metri
- 6,3 km
C3 – Platano/Pazzon/Tasso/Porcino/Lubiara
THE WAYS OF WATER. The waterways retraces ancient paths where we find fountains, wash houses, mills that testify to the ingenuity of man and his way of organizing the territory and its resources. The route crosses the territories of Platano/Pazzon/Tasso/Porcino/Lubiara.
To be seen
Wash-house of Villa Nichesola, Mill of Val Secca, Wash-house of Porcino and Lubiara, Valle del Tasso and “Gorgo” del Tasso. The waterways retraces ancient paths where we find fountains, wash houses, mills that testify to the ingenuity of man and his way of organizing the territory and its resources. Departure in Platano where it is possible to visit Villa Nichesola (open on weekdays), and the wash house located in the garden, at the exit of the watercourse of the villa’s pond. lWashhouse collocato nel giardino all’uscita del corso d’acqua del laghetto della villa.Wash house
Si sale alla frazione di S. Martino con l’omonima chiesa-oratorio del XIII secolo, casa dell’Abate e lavatoio. La strada prosegue verso nord con a sinistra lo stabile Bertoldi e figli, che un tempo era un mulino, e a destra un piccolo lavatoio. Si prosegue fino alla provinciale per Spiazzi e girando a destra si giunge ad uno dei mulini di Val Secca, con funzione di segheria per legname, con ruota e canaletta in pietra ripristinati e funzionanti:Mills of Val Secca
Proseguendo verso Spiazzi si arriva a Villa Cariola, più avanti sulla sinistra si vede la sorgente Fontana e Capitello detta Mascheron. Si prosegue fino a Pazzon con la fontana, scavata in unico blocco di marmo rosso Verona. A destra della fontana si prende il sentiero per la Val del Tasso, dove si incontra un pregevole lavatoio, quindi si prosegue fino alla valle con il “Gorgo”, una cascata naturale del torrente:Val del Tasso
Si prosegue verso la località Porcino, famosa nel secolo scorso per la fabbrica dei “copi”, coppi di Porcino; ancora oggi sono visibili le fornaci. In questa contrada vi è la fontana-lavatoio in marmo rosso Verona:Fountain-sink in Verona red marble
Si sale alla frazione di Cimaino e da qui, con un bel panorama sulla vallata di Caprino e sul Monte Baldo, si arriva in località Ori di Sopra, si prende la strada per le cave di marmo e si sale per 200 mt, per poi scendere a destra verso Località Gamberon. Qui girando a sinistra si arriva a Lubiara, tenendo la strada per Caprino, si incontra prima la bella fontana, e più avanti il lavatoio: Arrived at Villa Colpani-Becherle-Sandri, turn left and go down to a small capital, continuing to the right you come to another capital. Returning up the steps to the capital, you can go up to the courtyard of the Sometti complex and visit the wash houses. Turning right you arrive at the Villa dei Camini (Mountain), at the Platano dei 100 Bersaglieri and passing the bridge you return to the parking lot in front of Villa Nichesola’.- 439 metri
- 157 metri
- 10,4 km
C4 – Caprino/Gaon/Vilmezzano/Caiar
THE WAYS OF WATER.The waterways retraces ancient paths where we find fountains, wash houses, mills that testify to the ingenuity of man and his way of organizing the territory and its resources. The route crosses the territories of Spiazzi/Village/Croce.
To be seen
The church of San Giovanni Battista, the village with its characteristic wooden houses, the Croce district, the original nucleus of Spiazzi. Splendid landscapes on Lake Garda and the Baldo.
The waterways retraces ancient paths where we find fountains, wash houses, mills that testify to the ingenuity of man and his way of organizing the territory and its resources.
Start from Villa Carlotti, through the passage on the right, then on the left, before the road curves, steps lead to the CAI 662 path which leads to a cobbled road where, on the left, there is an old capital. Keep to the right and, once you have passed an elegant villa, turn into a small square with a fountain, continue to the left and soon you are in front of the Gaon washhouse: on the right the structure of an old mill that once had a large wheel outside. lavatoio di Gaon di Sotto; sulla destra la struttura di un vecchio mulino che aveva un tempo una grande ruota all’esterno.
Gaon di Sotto wash house
Si gira a destra e ci si trova nella piazzetta con la chiesa di San Rocco, protettore contro la peste: statua di San Rocco all’ingresso, all’interno una volta a carena ed un presbiterio con marmi policroni e diverse statue di santi.Church of San Rocco
We return and take the small road to the left of the fountain and then immediately right to reach the other fountain-washhouse of Gaon di Sopra: Going up, you arrive at a wayside Shrine with the Madonna della Pietà: above the painting there are two angels with crown and under a pedestal with the cross of the Knights of Malta. croce dei Cavalieri di Malta:Cross of the Knights of Malta
La stradina ci conduce, passate le “terre rosse”, sentiero pianeggiante nel bosco, alla piazzetta di Vilmezzano. Qui vi è la “Chiesa del Carmelo“: una costruzione del ’400 dedicata alla Beata Vergine del Carmine, all’interno un’unica navata con pavimento in cotto, tetto a capriata, una acquasantiera in marmo rosso di Verona; lungo le pareti decorazioni floreali con medaglioni, una piccola cappella interna ed alcune pale molto interessanti. L’itinerario prosegue a destra della chiesa lungo una stradina che poi diventa sentiero. Si giunge infine in località S. Michele e si sbocca sulla strada principale, la si percorre per pochi metri e fra le case si prende a destra un viottolo che in pochi minuti porta a Caiar, vicino ad una fontana nota sin dal 1827 chiamata ”fontana rosa” per il colore dei suoi marmi.Pink Fountain
Continue to the right of the fountain, between the houses an arch leads to a small square where we can admire a fresco. Go down on the left and immediately take a stairway to the right which in a few minutes takes you to the beginning of via IV Novembre and then to our starting point.- 437 meters
- 195 meters
- 6,6 km
C5 – Pesina/Pazzon
Ancient paths that we find among the normal paths of the area were used by pilgrimes and the transport of live stock. You will find ancient Fountains, Wash Houses, Mills, Crosses, Capitals and Historic Churches.
To be seen
Oratory of San Rocco – Pesina, Oratory of Sant’Eurosia, Washhouse of Gaon, Terre Rosse, Beata Vergine del Carmelo in Vilmezzano, Porcino, Monumental Plane Tree.
Departing from the parking lot by the Caprino Veronese cemetery, you take the cycle path that runs along the south side of the cemetery enclosure. The cycle path crosses the nucleus of Ceredello, important for the church of Santa Cristina. There is documented evidence that the Church dates back to the year 1221.
Oratory of Santa Cristina
You arrive at the artisan area called Bran, at the end of this area you turn right along the road called Circonvallazione-Bran then, continuing on via San Rocco, you reach the church of the same name.
Oratory of San Rocco di Pesina
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The Oratory of San Rocco has been documented since at least 1523, continuing to the right on via Nogarole, you reach the town of Pesina. Here, just before the parish church of San Gallo, turn left and take via Castello. The route continues uphill until you reach the provincial via Lumini, here turn right, after a few hundred meters keep left to enter the hamlet of Rubiana where you will find the church of Sant'Eurosia.
Oratory of Sant’Eurosia
La strada ritorna sulla strada principale e subito dopo a sinistra, si imbocca il percorso sterrato che porta in località Ca’ Forcon. Il percorso ad un certo punto diventa acciottolato perché si entra nel nucleo di GaonGaon: Oratory of San Rocco and washhouse
Before entering the historic town with its ancient wash houses, turn left onto a steep road that leads through the area called Terre Rosse to reach Vilmezzano.Vilmezzano: Church of Beata Vergine del Carmelo
The church of the Beata Vergine del Carmelo was recognised to be from the late 1400s. Continue to the left of the church along the paved road until you reach the intersection with the capital. From here, keeping to the left and shortly after taking the road to the right, you reach the center of Braga with the church of the Immaculate Conception (6), from which you can enjoy a beautiful view of the Morainic Amphitheater and Lake Garda.Braga: panorama and Church of Immacolata
Continue climbing for a few hundred meters until you find a path in the woods on the right. From here the path begins to descend, passing through the towns of Omaner and Coalini, then it enters the woods again until it comes out on the provincial road. Keep left and after a few hundred meters, on the right, take another path that leads to the hamlets of Porcino.Panorama
Further on you will reach Platano with the tree that gives it its name. Continuing after a few hundred meters, take the path on the right, then when you reach the town, turn left. After passing the sports field area, turn left at the roundabout and that takes you back to the starting point.- 778 m
- 478 m
- 28 km
C6 – Trambasore / Morainic amphitheatre
The ancient paths that run through the districts. The estates of the Chapter of the Cathedral of Verona, where we find Crosses, Capitals and historic Churches.
To be seen
Church of the Holy Sepulcher, Church of Santa Cristina, Antonio Tinelli’s Cross, Ceredello, Monte Zovo, Trambasore, Morainic hills.
You start from the Baita degli Alpini in via I Maggio, head south and take the cycle path in via A. De Gasperi then, arrived in via Saulieu, turn right then left at the roundabout until you reach the Caprino Veronese cemetery.
From here you take the cycle path that runs along the south side of the cemetery enclosure. The path runs along side the Romanesque church of Santo Sepolcro from the thirteenth century. This church went through a series of vicissitudes but is now quite well preserved and constitutes the Caprino Cemetery Chapel. Here the sculptural cycle of the "Lamentation over the dead Christ" was originally housed, currently it is found in the museum at Palazzo Carlotti.
Church of the Santo Sepolcro and Lamentation over the dead Christ
The cycle path leads to Ceredello: a small hamlet, once autonomous and today a fraction of the Municipality of Caprino Veronese. Its presence is attested at least from the middle of the 12th century. At the end of the century the considerable properties that were registered by the Cathedral of Verona began to be documented.
Views from the cycle path and playground of Ceredello
Svoltando a sinistra su via Palazzo si passa davanti alla Casa dei Canonici dalla quale si è strappato un ciclo di affreschi, con una scena venatoria che costituisce una testimonianza molto importante, un unicum iconografico nel panorama pittorico veronese del tardo Medioevo anch’ esso esposto nel museo di Palazzo Carlotti. Si prosegue verso la chiesa di Santa Cristina, della quale la prima testimonianza ci riporta all’anno 1221, quando si parla di una chiesa a Ceredello dedicata a S. Cristina, presso la quale si teneva anche una fiera tradizionale.- 254 m
- 82 m
- 7,6 km
C7 – S. Marco Fort and Quarries
The ancient paths in the district. The Chapter estates of the Verona Cathedral. The Red Marble Quarries of Verona.
To be seen
Church of the Holy Sepulcher, Church of Santa Cristina, Oratory of San Martino, the Marble Quarries of Gamberon and Lubiara.
You start from the Caprino Veronese cemetery, turn left and, once you reach the roundabout, continue right and take the cycle path next to the supermarket. Once you reach via I Maggio, continue until the intersection, then turn right. Continue along the sports area to reach the provincial road,
here you turn right and then take the second street on the right. Continuing we reach the historic center of San Martino where the Oratory of the same name is located:
Oratory of San Martino
Oratory of San Martino (Video)
Here is the homonymous Oratory, documented at least from the beginning of the 13th century as a chapel of the Parish 'Annunciation; on the outside, other frescoes from the early 1300s show images of San Cristoforo and San Martino with the beggar. Continuing you reach the provincial road, here you turn right and then the first left towards the nucleus of Porcino known for the production of tiles. At the intersection, keep right and then immediately left, until you reach the asphalted road,Panoramic Point
continue left until you reach Broieschi, the highest point of the route, Continuing through the woods, you descend towards Gamberon and Lubiara. In this area, for centuries the pulpolate has been dedicated to the extraction and processing of marble. Continue through the woods, descend towards Gamberon and Lubiara.Fountain and washhouse of Lubiara
Il percorso porta verso la località Ruina dalla quale si può ammirare la valle del fiume Adige. Seguendo la segnaletica si arriva sulla strada provinciale, a destra si arriva a Località Zuane e al semaforo si svolta a destra, da qui si imbocca il sentiero che porta fino a Ceredello dove si trova l’oratorio di Santa Cristina della quale la prima testimonianza ci riporta all’anno 1221, quando si parla di una chiesa a Ceredello dedicata a S. Cristina, presso la quale si teneva anche una fiera tradizionale. Più avanti in via Palazzo si passa davanti alla Casa dei Canonici dalla quale si è strappato un ciclo di affreschi con una scena venatoria che costituisce una testimonianza molto importante, un unicum iconografico nel panorama pittorico veronese del tardo Medioevo.- 591 m
- 406 m
- 20,8 km
C8 – Spiazzi/Villaggio/Croce
A path that goes to discover the origins of the devotion of the Madonna della Corona. View on Lake Garda, on Monte Baldo. A unique point of view. The route crosses the territories of Spiazzi/Village/Croce.
Partenza da Piazzetta Don Luigi Vezzola, la prima tappa è la chiesetta dedicata a S. Giovanni Battista che venne eretta nel 1669 da Cosimo Gianfigliazzi, cavaliere Gerosolimitano e commendatore di S. Vitale e del S. Sepolcro; l’edificio prese il posto di una cappella in legno in cui era custodita la statua della Vergine Addolorata della Corona, dalla quale scomparve due volte per fermarsi nel ciglione ove attualmente sorge il Santuario; tali eventi sono ricordati da una lapide marmorea murata in facciata al di sopra del portale di ingresso.
To be seen
The church of San Giovanni Battista, the village with its characteristic wooden houses, the Croce district, the original nucleus of Spiazzi. Splendid landscapes on Lake Garda and the Baldo.
Church of S. Giovanni Battista
Poi si scende sulla strada provinciale verso sud, si tiene la destra per imboccare la strada Graziani si scende ancora cinquanta metri e quindi sulla destra troviamo una stradina asfaltata, via Tre Vie, che ci indica il percorso per il Villaggio, seguendo le indicazioni raggiungiamo le caratteristiche casette di legno da cui il nome Villaggio.Wooden houses
Il sentiero leggermente in salita, ci regala panorami sul Monte Baldo e la pianura Caprinese, proseguendo arriviamo alla contrada Croce che è considerata il nucleo storico più antico di Spiazzi.Caprinese plain
Croce contrada
Nel primo medioevo c’è chi ritiene la Croce fosse un Monastero. Stà di fatto che le relazioni dei visitatori del Baldo tra il 500 e il 600, quando giungono a toccare questi luoghi, parlano del Santuario mariano della Corona e citano soltanto l’abitato dei Crosatti famiglia storica della zona come ostello. Verso la fine dell’ottocento il centro del paese era la Croce chiamata anche la piccola Parigi, poiché dotata di osteria (al Lampione) un alloggio, affittacamere, una scuola elementare privata e anche una stazione delle guardie di Finanza la cui caserma era posta nella corte. Vi abitavano circa cento persone, alcune officine con una ventina di lavoratori di oggetti religiosi in osso, la materia prima erano gli stinchi di bue lavorati con l’aiuto della lima e del tornio, attività artigianale che rimase attiva fino ai primi decenni del novecento. La corte era originariamente chiusa con quattro porte di protezione, “Porta viveri”, Porta Lupi o Viandanti, Porta Latrine e Porta Morti dove si usciva per raggiungere il Cimitero di Ferrara.Porta Viveri
From the Croce contrada, going down from the main street you go back to the starting point.- 915 meters
- 86 meters
- 1,7 km
C9 – Spiazzi/Trincee of Monte Cimo
A path that immediately shows the strategic values of Cimo Grande: views of Lake Garda, Mount Baldo and Valdadige are strategic point of view.
To be seen
Trenches of the First World War, ammunition depots and casemates carved out of the rock, views of the Sanctuary of the Madonna della Corona, Lake Garda and Valdadige A path that immediately shows the strategic values of Cimo Grande: views of Lake Garda, Mount Baldo and Valdadige are strategic point of view. Partendo dalla piazzetta Don Luigi Vezzola di Spiazzi, si prende la strada che costeggia a sinistra la chiesetta in direzione Maso, dopo circa duecento metri sulla sinistra inizia il sentiero delle trincee di Monte Cimo. Percorrendo il sentiero si arriva ad una grotta usata come deposito di munizioni e polveri da sparo:Storage cave for the ammunition
Proseguendo troviamo la prima piazzola dove sulla nostra sinistra nella valle notiamo incastonato nella roccia il Santuario Madonna della Corona:Madonna della Corona Sanctuary
Proseguendo sul sentiero si arriva ad una cava di marmo bianco, usato nei primi del novecento per costruire le abitazioni del luogo, da qui intravediamo la valle dell’Adige, i monti Lessini e sulla nostra sinistra la Valle dell'Orsa, via fluviale profondamente incisa, modellata dall’azione glaciale, sito geologico, forra, pozzi e marmitte glaciali.Valle dell'Orsa
Valle dell'Adige
In questa valle definita una dei siti più importanti in Europa, si pratica il torrentismo. Salendo da una piccola scalinata si entra esternamente nella trincea, di rilievo le pietre poste in maniera verticale per agevolarne la costruzione e la stabilità.Trench
Il percorso scende leggermente entrando in cavità e piccole grotte usate come riparo dai soldati, di rilievo una casamatta usata come posto di guardia dove sopra si notano delle grosse ammoniti.Casemate
Troviamo poi sul percorso, una piazzola esposta sulla valle dove si nota un osservatorio militare, dal terrazzamento in pietra si può scorgere in basso una falesia di roccia recentemente attrezzata da un noto alpinista locale. Arrivati al vigneto verso sud-est si intravede il Forte Cimo Grande, edificato tra il 1884 e il 1913 dagli italiani, disponeva di quattro cannoni da 149/35 in torre corazzata e un osservatorio a scomparsa, in realtà tutte queste opere non furono mai utilizzate durante il conflitto, ma rimasero comunque ben conservate fino all’inizio degli anni sessanta, per poi essere gradualmente abbandonate a se stesse e andando parzialmente in rovina. Riprendiamo il sentiero in direzione nord passando a lato dei vigneti, si svolta per tornare alla partenza.- 955 meters
- 73 meters
- 2,7 km